Televisione

Cartabianca, gli insulti del no vax Contri a Scanzi e Caprarica. Chi è il professore che in Rai andava contro Luttazzi e Santoro

Caos nella puntata del talk show di Rai3. L'esperto di comunicazione, ex consigliere di viale Mazzini, mal sopporta le obiezioni del giornalista del "Fatto" (che gli ricorda tra l'altro che "non sa niente di scienza"), grida, si alza in piedi, offende: "Mascalzone, pennivendolo, dici schifezze, ridicolo". Poi, mentre parla l'ex corrispondente della tv pubblica, passa alle allusioni personali: "Io di lei mi ricordo le note spese!". Alla fine abbandona lo studio. Il giornalista del "Fatto" su facebook: "Fate come me, con certa gente non si parla e di certa gente non si può avere stima"

di F. Q.

“Hai i neuroni di un cercopiteco“. “Sei un cretino“. Sono volati stracci nell’ultima puntata di Cartabianca tra Andrea Scanzi e Alberto Contri, sotto gli occhi di Bianca Berlinguer che si sgolava per riportare l’ordine in studio. E la scena – uno scontro frontale che raramente si è visto in questi mesi, nonostante i numerosi confronti nei talk show – è diventata subito virale sui social. Da una parte il giornalista del Fatto Quotidiano e dall’altra il professore di Comunicazione sociale che nella sua carriera è stato tra le altre cose presidente dell’associazione delle agenzie di pubblicità, presidente della Pubblicità Progresso, ma anche consigliere della Rai e presidente di Rainet. Ora insegna alla Iulm ma è tornato alla ribalta delle cronache soprattutto perché rappresenta l’area no-vax/no-pass tanto da aver partecipato alla riunione di Torino della cosiddetta “Commissione Dubbio e precauzione” di cui fanno parte tra gli altri i filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben e il professore di diritto civile Ugo Mattei. Contri, da consigliere della Rai in quota centrodestra, portò avanti battaglie – tra le altre – contro Satyricon di Daniele Luttazzi per la puntata (passata a suo modo alla storia televisivo-berlusconiana) in cui Marco Travaglio presentava L’odore dei soldi e in generale contro i programmi di Michele Santoro.

Contri, 77 anni, docente da molti anni di Comunicazione sociale (prima alla Sapienza e all’università San Raffaele), lavora da oltre 50 anni nel mondo della comunicazione. Ha lavorato alla Mondadori ed è stato dirigente di aziende importanti nel settore della pubblicità come D’Arcy, Masius, Benton & Bowles e McCann Erickson Worldwide. Tra le altre cose ha ricoperto il ruolo di presidente della Lombardia Film Commission. Da consigliere Rai si ritrovò all’opposizione della presidenza di Roberto Zaccaria e prese spesso posizione contro i programmi come quelli di Luttazzi e Santoro che andavano in onda su Rai2, allora diretta da Carlo Freccero. Per un paradosso ora Contri e Freccero si ritrovano dalla stessa parte della barricata (anche Freccero aderisce alla “Commissione Dubbio e precauzione”.

Ma com’è andato lo sfortunato incontro televisivo tra Contri, Scanzi e Caprarica? Contri inizia il suo intervento al talk show di Rai3 discutendo – da esperto di comunicazione – di questioni mediche e scientifiche forte, dice lui, della sua esperienza passata di lavoro nel settore comunicazione delle case farmaceutiche e ammassando argomenti come le terapie domiciliari o presunti conflitti d’interesse dei componenti del Cts. “Questa non è una pandemia – ha detto Contri – ma una sindemia. Una patologia che prende soprattutto gli anziani e quindi bisogna vaccinare a tappeto i più deboli”. L’esperto di comunicazione aggiunge che secondo Andrew Pollard, professore di infezione e immunità pediatrica di Oxford, “bisogna far circolare il virus soprattutto tra i bambini perché si ammalano poco, guariscono e costituiscono un’immunità naturale”.

A questo punto Scanzi non ha potuto che ricordare che Contri dice “sempre le stesse cose da settimane, ogni volta viene, racconta sempre le stesse cose”. “Perché tu no eh?” ribatte Contri. “Sì, abbia pazienza Contri, già faccio fatica ad averla accanto perché trovo che lei sia l’emblema del cattivo maestro in questa fase storica. Io ritengo che lei abbia delle colpe morali clamorose. Ma perché? Perché il dottor Contri che esordisce non dicendo dei dubbi sul pass, legittimi o illegittimi. Il succo del dottor Contri è il classico succo di colui che ritiene che larga parte dell’informazione cosiddetta mainstream sia falsa, incapace o fallace laddove invece il professor Contri a 77 anni ha scoperto straordinariamente che esiste il web e ‘il web ci dà la verità'”. Scanzi ricorda per contro un intervento di Contri a Byoblu e il professore inizia a innervosirsi: “Devo dire le schifezze che dici tu?”.

Scanzi ribatte: “Stai tranquillo che ti metto in tasca quando vuoi”. Contri: “No sono io che ti metto sotto il tacco“. Scanzi: “Stai tranquillo, fenomeno, che non sai nemmeno di cosa parli, sei più inutile delle spalline negli anni Ottanta”. Dopo questo primo round, Scanzi riprende il filo: “Quello che va capito di quelli come Contri è che il loro assioma è: tutti quelli che vanno in televisione sono o venduti (i giornalisti) oppure sono incapaci perché per lui Sileri ‘è un proctologo’ o dicono palle come Bassetti oppure hanno conflitto d’interessi come Galli. Allora con uno così che non sa niente di scienza, cosa devo dire? Questo non sa dov’è adesso. Di cosa stiamo parlando? Chi rappresenta?“.

Qui Contri perde il controllo, soprattutto del volume della voce e degli insulti: “Ma come ti permetti? Ma io ti denuncio! Sei uno stupido! Io ho lavorato 21 anni con le case farmaceutiche!”. E Scanzi gli ha ricordato di nuovo: “Sì ma non sai niente di scienza“. E il professore di comunicazione sociale ha ribattuto: “Tu sei un pennivendolo“. “Lei ha una grande storia ma non sa niente di scienza”. “Io ho lavorato un anno con il professor Aiuti!”. “Ma chi se ne frega, ma vai a zappare”. In mezzo Berlinguer cercava, invano di riportare la calma in studio, mentre Contri le chiedeva soccorso contro il “provocatore” Scanzi: “Ma a che livello siamo?”. E il giornalista del Fatto replica: “Al tuo, quindi basso”. “Ma come ti permetti, nano. Chiacchiere e distintivo”. “Ma finiscila, fenomeno” dice Scanzi. “Ma che mascalzone” commenta Contri. “Bollito” conclude Scanzi.

Lo scontro sembra finito. La parola passa al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che invita il professor Contri a fare un giro nelle terapie intensive degli ospedali emiliano-romagnoli così “magari cambia anche idea: nella sostanza ha ragione Andrea Scanzi, non c’è bisogno di girarci intorno”.

E poi tocca ad Antonio Caprarica, a lungo corrispondente della Rai a Mosca e a Londra: “Abbiamo l’ennesima ripetizione di questi argomenti che non hanno nessun fondamento e nessuna credibilità”. Caprarica ha ricordato poi i dati che sono sotto gli occhi di tutti, come l’abbattimento della percentuale di rischio di morte o di malattia grave per chi è vaccinato. “E poi una preghiera: quando si dice che è una sindemia e che i morti sono anziani è un ragionamento che fa accapponare la pelle”.

La risposta di Contri, di nuovo, non è una risposta perché ribatte che Caprarica “fa del colore, da bravo giornalista”. Poi torna su uno degli esperti che ha il record di citazioni tra gli scettici del vaccino, cioè il professor Malone che “ha appena dichiarato: lasciate stare i giovani”. Quando Caprarica cerca di rispondere, la replica di Contri è una allusione ai limiti della diffamazione: “No, Caprarica, io di lei mi ricordo le note spese quindi stia buono”. E così ottiene il risultato di essere ripreso da Berlinguer e di ricevere la risposta del giornalista in collegamento: “Lei è un cialtrone”. Per cambiare discorso Contri comincia a esporre cartelli: “Guardiamo l’emergenza: i dati!”. Scanzi, che era stato insultato di nuovo poco prima da Contri come “pennivendolo”, gli risponde: “Per vedere l’emergenza basta guardare te, fenomeno”.

Contri quindi si alza in piedi minacciando per la prima volta di andarsene: “Non posso stare accanto a questo mascalzone, a questo stupido” grida col dito puntato verso Scanzi. “Ridicolo” continua. Scanzi lo invita a sedersi e a stare tranquillo e per tutta risposta riceve un “imbecille”. Berlinguer si deve impegnare parecchio per riportarli alla calma e il giornalista del Fatto ribadisce che “non ho nessuna stima di questo qua, me lo trovo davanti: che devo fare? Devo fare finta? Ma ci rendiamo conto di quello che sta dicendo gente come lui?”. Contri gli risponde: “Cosa sto dicendo? Ho qui le cartelle che sono il terrore dei virostar!“.

Tra le cartelle ce n’è una che parla dei morti di fumo, evidentemente in rapporto a quelli di Covid. “Non mi interessa niente dei morti di fumo” interviene la conduttrice: “Non è paragonabile in nessun modo rispetto a quello che sta succedendo nel mondo con il Covid”. “Perché non si sono stracciati le vesti per gli 8 milioni di morti di fumo”. “Perché non sono contagiosi, perché non sono contagiosi – lo interrompe Scanzi – Hai i neuroni di un cercopiteco, è allucinante”. E Contri a quel punto se ne va: “Basta, io con questo cretino non ci sto – urla – Sei uno stupido, mascalzone”. Mentre dice queste cose gli casca anche una delle cartelle “che fanno tremare i virostar”. “Che il servizio pubblico si permetta di far parlare un giornalistucolo come questo ma che vergogna!” è la fine della scena madre di Contri mentre lascia lo studio. “Sta uscendo dalla parte sbagliata”, ha provato a fargli notare Bianca Berlinguer invano. “Scusate, accompagnate per favore Contri?”. Berlinguer dà la parola a Caprarica che aveva ancora in canna la replica sulle allusioni di Contri nei suoi confronti: “E’ la misura della cialtroneria dei personaggi che compongono questa eterogenea armata di cialtroni. Compreso questo signore che è un signore che ha rovinato la Rai e ha cercato di far fuori professionisti per bene di questa azienda e siccome mi ha insultato ti annuncio che io lo denuncio e chiedo che la Rai prenda le distanze da miserabili di questa fatta”.

Berlinguer dà la parola per la prima volta al giornalista della Verità Fabio Dragoni che dice di sentirsi a disagio perché “era andato in scena il dileggio del dissenso” e perché “eravate sei contro uno”, una “persona – dice – che merita assolutamente rispetto”. E qui il confronto si incendia di nuovo perché Caprarica interviene di nuovo: “Cioè tu dici che uno che diffama gli interlocutori è una persona di cui avere rispetto? E’ una vergogna quello che ha appena detto questo signore”.

Questa mattina, Andrea Scanzi è tornato su quanto accaduto, commentando la lite in un post sulla sua pagina Facebook: “Non ho nessun rispetto e nessuna stima dei complottari, di chi reputa venduti i Galli e i Bassetti, di chi ritiene asserviti e in malafede i giornalisti che sperano nella vaccinazione, di chi crede che la verità sia solo nel ‘sacro web’”, ha esordito il giornalista. “Ieri a Cartabianca mi sono preso la briga, e di certo il gusto, di trattare uno di questi soggetti come meritano di essere trattati. È stato meraviglioso – ha detto -. Il soggetto, che da settimane insultava e dileggiava chiunque convinto d’esser pure figo, ha barcollato e starnazzato e diffamato per alcuni minuti, prima di scappare goffamente dallo studio (peraltro dalla porta sbagliata) e battere in ritirata da diversamente coraggioso qual è. È stato, a suo modo, sublime. Se vi capita di imbattervi in soggetti simili, fate come me: con certa gente non si parla e di certa gente non si può avere stima. Un conto è il dissenso (sacrosanto), un altro la sistematica, colpevole e imperdonabile mistificazione dei fatti. Siffatti ‘fenomeni’ non hanno alcun rispetto della tragedia, e questo li rende in eterno imperdonabili. Non meritano alcun rispetto dialettico. Non possono in alcun modo essere elevati a ‘interlocutori’. E vanno trattati di conseguenza”, ha concluso.

Cartabianca, gli insulti del no vax Contri a Scanzi e Caprarica. Chi è il professore che in Rai andava contro Luttazzi e Santoro

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