“L’obiettivo di voler velocizzare in qualche modo i procedimenti penali è davvero utile e importante anche per garantire l’accesso alla giustizia, ma accorciare i tempi di prescrizione anche in relazione ai reati ambientali può presentare delle problematiche”. Ad affermarlo in un intervista a ilfattoquotdiano.it è Marcos Orellana, Special Rapporteur ONU on Toxics and Human Rights, dopo aver presentato a Roma il suo rapporto al termine della mission in Italia.

Il delegato ONU ha svolto una missione per valutare il livello di tutela dei diritti umani da parte del Paese in rapporto alle sostanze e ai rifiuti tossici, attraverso lo studio dell’inquinamento prodotto dal Pfas in Veneto, la terra dei fuochi in Campania e quello relativo all’ex Ilva di Taranto. E in riferimento alla recente riforma della Giustizia Cartabia, che riforma i tempi del processo penale ma che non prevede deroghe per i reati ambientali, dunque a rischio ‘estinzione’ in sede processuale, Orellana afferma: “Le indagini che devono essere svolte possono essere molto complesse, quindi il rischio di prescrizione per i reati ambientali non è accettabile. Questo trasmette anche un messaggio sbagliato perché parliamo di reati davvero gravi – conclude – noi dobbiamo tutelare l’ambiente per salvaguardare i diritti umani e i diritti delle future generazioni”.

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L’allerta dell’Onu per l’impatto della riforma Cartabia: “C’è rischio che i crimini ambientali restino impuniti a causa della nuova prescrizione”

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