Cgil e Uil intendono confermare lo sciopero generale del 16 dicembre prossimo. L’astensione dal lavoro non riguarderà però le categorie su cui c’è lo stop dell’autorità garante, tra cui i servizi ambientali – la cui manifestazione indetta il 13 è già stata revocata – e per cui gli accordi nazionali escludono le astensioni dal lavoro dal 15 dicembre al 6 gennaio, e quelli postali, per cui si verificava il mancato rispetto del periodo di franchigia perché troppo a ridosso della scadenza del pagamento dell’Imu. E’ quanto si apprende da fonti sindacali.

L’Autorità ha affermato oggi che lo sciopero il prossimo 16 dicembre va riprogrammato nel rispetto della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. L’Authority ha scritto a Cgil e Uil chiedendo di riformulare la data entro cinque giorni. Il motivo? Per quanto riguarda il settore Poste e igiene ambientale, non rispetta il periodo di franchigia durante il quale non possono essere proclamati scioperi: la regolamentazione nel servizio postale infatti esclude ogni azione di mobilitazione nei giorni di pagamento dell’Imu che quest’anno cade proprio il 16 dicembre mentre nel settore dell’Igiene ambientale l’accordo nazionale stipulato dai sindacati stessi con l’amministrazione stabilisce che non possano essere effettuati scioperi dal 15 dicembre al 6 gennaio.

Inoltre, visto che i sindacati non hanno annullato tutta una serie di proteste stabilite a suo tempo unitariamente anche con la Cisl contro la manovra, in programma fino al 17 dicembre, lo sciopero generale – sempre secondo l’authority – finisce per non rispettare la regola dell’intervallo minimo che deve intercorrere tra mobilitazioni diverse.”Si registra un mancato rispetto dalla regola della rarefazione oggettiva”, spiega Giuseppe Santoro Passarelli nella comunicazione inviata stasera a Cgil e Uil. Tra gli scioperi programmati per quel periodo c’era anche quello dei lavoratori del settore dei servizi ambientali, programmato per il 13 dicembre, che però è stato revocato proprio in queste ore. Le altre mobilitazioni sono quelle del 10 dicembre sulla scuola a quello sul trasporto locale che interesserà singoli settori nei prossimi giorni, da quello delle poste del 15 dicembre a quelli dei settori radio tv, trasporto aereo, marittimo, degli istituti di vigilanza.

La decisione di convocare uno sciopero generale era stata presa dai segretari delle due sigle, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, per protestare contro quella che definiscono una manovra “socialmente ingiusta”. Una mobilitazione che ha spaccato la maggioranza di governo. Enrico Letta ha spiegato, a sorpresa, di non essere d’accordo con la decisione. Il governo “dovrebbe spostare tutti gli 8 miliardi di euro” di riduzione delle tasse “a lavoratori e pensionati; dovrebbe aumentare il netto in busta paga dei salari e pensioni più bassi (20.000-30.000 euro)”, ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Inoltre, secondo il sindacalista, l’esecutivo “dovrebbe cancellare la precarietà e introdurre un nuovo contratto di inserimento al lavoro, che sia fondato sulla formazione e sia stabile”. E poi “c’è bisogno di fare riforma pensioni”. Infine “è il momento di fare un decreto contro le delocalizzazioni e fare quegli investimenti che creano lavoro per i giovani e per le donne”.

Questa mattina il segretario del Pd Enrico Letta aveva detto al Corriere Tv che “I sindacati fanno il loro mestiere. Lo sciopero generale? Non me l’aspettavo. Si è realizzata la più grande riduzione di tasse sul lavoro mai fatta prima. Io ritengo che la legge di Bilancio che il governo ha presentato, che è stata aggiustata e sarà migliorata in Parlamento, sia una legge equilibrata per il Paese, interviene su temi sensibili come la non autosufficienza“. Landini, da “L’aria che tira” su La7, aveva risposto a stretto giro: “Ho la sensazione che la maggioranza e il sistema dei partiti non si stanno rendendo conto, e lo dico con giustificato motivo, della reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese”.

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