Una crescita consistente di tutti gli indicatori dell’epidemia: contagi, ricoveri, terapie intensive e decessi. Con l’incidenza settimanale che in più di metà del Paese supera la soglia di 150 nuovi casi ogni 100mila abitanti. Ma anche una campagna vaccinale che torna a correre: in vista dell’entrata in vigore del super green pass, nel periodo 29 novembre-5 dicembre 223mila persone hanno scelto di ricevere la prima dose e i richiami sono stati oltre 2,6 milioni. A mettere insieme i dati è il nuovo monitoraggio della fondazione Gimbe: nella settimana 1-7 dicembre 2021, rileva il report, si registra un +22% di nuovi casi rispetto alla precedente (105.771 vs 86.412) e un +12% di decessi (558 vs 498). In aumento anche gli attuali positivi (240.894 vs 194.270, +24%), le persone in isolamento domiciliare (234.040 vs 188.360, +24,3%), i ricoverati nei reparti ordinari (6.078 vs 5.227, +16,3%) e quelli in terapia intensiva (776 vs 683, +13,6%).

“Da sette settimane – fa notare il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a sette giorni più che sestuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 15.110 il 7 dicembre”. In tutte le regioni, tranne Molise e Valle D’Aosta, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dall’1,8% delle Marche al 50,3% dell’Umbria. Mentre in ben 52 province su 110 l’incidenza è pari o superiore alla soglia di 150 casi per 100.000 abitanti, che a livello regionale è uno degli indicatori che fanno scattare la zona arancione. La situazione peggiore è in provincia di Trieste (694), seguita da Bolzano (651), Treviso (467) e Padova (405). La media dei decessi nella settimana 1-7 dicembre è stata di 80 ogni giorno, contro i 71 della settimana precedente.

Per quanto riguarda la campagna di immunizzazione, il report sottolinea che nella settimana 29 novembre5 dicembre (subito prima dell’entrata in vigore del “super green pass” scaricabile solo dai vaccinati) il numero delle nuove prime dosi è salito a 223.116 (+31,7%) rispetto ai 169.397 della settimana precedente. Nella settimana ci sono state 3.000.485 nuove somministrazioni (+46,8%) con una media mobile di 461.452 al giorno: sono cresciute del 52,6% le terze dosi (2.644.894) e del 31,7% i nuovi vaccinati (223.116). All’8 dicembre sono state somministrate un totale di 9.609.029 terze dosi con una media mobile che ha superato le 400mila somministrazioni al giorno. Sono tuttavia ancora 6,6 milioni le persone senza nemmeno una dose, di cui preoccupano da un lato 2,51 milioni di over 50 (ad alto rischio di malattia grave e ospedalizzazione), dall’altro 1,09 milioni nella fascia 12-19 anni, che aumentano la circolazione del virus nelle scuole. I target giornalieri definiti dalla struttura commissariale per il periodo 1-7 dicembre (variabili tra i 350mila e i 450mila vaccini al giorno) sono stati superati in tutte le giornate, ad eccezione di domenica 5 dicembre: complessivamente sono state somministrate 480.162 dosi in più rispetto alle 2.750.000 previste.

Sul fronte ospedaliero si rileva un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: +16,3% in area medica e +13,6% in terapia intensiva rispetto alla settimana precedente. A livello nazionale, al 7 dicembre il tasso di occupazione è del 10% in area medica e del 9% in area critica, con notevoli differenze regionali: le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (16% area medica e 11% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24% area medica e 16% area critica) e Alto Adige (20% area medica e 17% area critica). Inoltre, per l’area medica si colloca soprasoglia la Valle D’Aosta (20%), mentre per l’area critica superano la soglia Lazio (11%), Liguria (12%), Marche (12%), Trentino (13%) e Veneto (12%). Nonostante l’aumento della pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. “Rispetto allo scorso autunno – sottolinea Cartabellotta – la percentuale di pazienti che necessita di ricovero ospedaliero sul totale dei positivi si è dimezzata grazie alla protezione del ciclo vaccinale primario nei confronti delle forme severe di malattia”.

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