E’ stato approvato nella seduta notturna dalle commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera l’art. 3 del disegno di legge sul suicidio assistito, cuore del provvedimento. La norma detta infatti le condizioni per accedere alla morte volontaria assistita dal sistema sanitario nazionale. Sono state accolte alcune richieste del centrodestra, che finora aveva fatto ostruzionismo sul provvedimento. Marco Cappato, tra i promotori del referendum per l’eutanasia legale, su Twitter ha commentato: “Presto per sapere se il Parlamento farà sul serio”.

L’articolo recita così: “Può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita la persona che, al momento della richiesta, abbia raggiunto la maggiore età, sia capace di intendere di volere e di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli, adeguatamente informata, e che sia stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e le abbia esplicitamente rifiutate. Tale persona deve trovarsi nelle seguenti concomitanti condizioni: a) essere affetta da una patologia attestata dal medico curante e dal medico specialista che lo ha in cura come il reversibile e a prognosi infausta e oppure portatrice di una condizione clinica irreversibile, che cagionino sofferenze fisiche e psicologiche che trovano assolutamente intollerabili; b) essere venuta in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente”.

E’ stata anche approvata la “cornice” della legge, quella che definisce il perimetro di azione, finalità della legge e i principi sui quali si basa. La sospensione dell’ostruzionismo da parte del centrodestra, sta consentendo di procedere all’esame del testo con l’obiettivo di portarlo il 13 dicembre in Aula, per la discussione generale. Su questo primo articolo, infatti, il centrodestra ha votato contro, mentre a favore si sono espressi i rappresentanti di M5S, Pd, Leu, Misto e Iv. Fdi e Lega hanno votato anche contro gli emendamenti su cui avevano accettato le riformulazioni proposte. Nonostante l’accoglimento dell’emendamento del centrodestra sull’obiezione di coscienza per il personale sanitario, ed altre proposte significative, Lega, Fdi, Fi e CI non ritengono infatti le modifiche introdotte sufficienti a fargli votare la proposta. Ma l’intesa sul percorso da seguire sembra al momento reggere.

L’articolo 1 stabilisce l’obiettivo della legge che è quello di disciplinare “la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile” di richiedere l’assistenza medica per porre fine “volontariamente ed autonomamente alla propria vita” nel rispetto dei limiti posti dalla legge e dei principi della costituzione, della convenzione europea dei diritti dell’uomo e della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

L’esame del testo proseguirà nei prossimi giorni con l’obiettivo di concludere in Commissione il 9 dicembre ed approdare quindi in Aula, anche se con molte probabilità, visti i tempi per l’approvazione della manovra e subito dopo l’inizio della votazione per il Quirinale, la proposta potrebbe essere approvata solo a febbraio. Per poi passare al Senato. L’esame della proposta di legge si trascina in Parlamento da quando nel novembre del 2019 la Corte Costituzionale ha parzialmente depenalizzato (con la sentenza Dj Fabo-Cappato) l’aiuto al suicidio, sollecitando il Parlamento a varare una legge di attuazione. Il testo in esame recepisce i quattro criteri indicati dalla Corte per accedere al suicidio assistito: il richiedente deve essere in grado di intendere e volere; essere affetto da patologia irreversibile; dipendere da sostegno vitale; avere delle sofferenze fisiche o psichiche ritenute intollerabili.

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