Un diario, una piccola videocamera e la genuinità dei pensieri di 300 ragazzi di sei città italiane diverse sono i protagonisti del film Nulla di sbagliato. Il lavoro cinematografico opera dei registi Davide Barletti e Gabriele Gianni, che Ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare in anteprima, è stato voluto dal Ciai, Centro italiano aiuto all’infanzia, che da qualche anno oltre ad occuparsi di progetti all’estero ha lanciato un programma per supportare i bambini italiani.

Nulla di sbagliato è parte di #tu6scuola, progetto coordinato da Ciai e selezionato dalla fondazione “Con i bambini”. Il film è una produzione Cinemovel Foundation. Ciò che colpisce di questo film è la capacità di dar voce ai ragazzi attraverso lo strumento antico e sempre vivo della scrittura e grazie allo sguardo di una telecamera che svela l’intimità di una generazione che più di ogni altra ha sofferto le chiusure imposte dal Covid. Nel secondo anno di pandemia, a 300 ragazzi e ragazze sono stati consegnati i Diari del tempo: pagine sulle quali annotare pensieri, ricordi, aspettative, delusioni, sogni. Non solo. Ad alcuni è stata data l’opportunità di raccontarsi attraverso la telecamera che entra nelle case degli studenti, nelle loro camerette, nelle loro cucine, nei luoghi dove studiano e litigano con fratelli e sorelle.

Ne esce uno spaccato unico ed originale: c’è chi con tono teatrale rivela che il suo “presente fa schifo”, la ragazza che racconta quanto sia diverso l’amore dall’essere innamorati, l’adolescente che si ferma a riflettere sul mondo reale e virtuale, chi parla della vergogna e chi definisce la sua vita “una sitcom”. Toccante la scena della bambina che ha a che fare con la morte del suo pesciolino rosso ed esilarante la parte in cui un ragazzo chiamato a parlare della rabbia la scambia con l’Arabia e inizia a raccontare dello Stato del Golfo finché lo interrompe il compagno.

Nulla di sbagliato, oltre a essere il titolo del film, è il modus operandi che ha guidato il lavoro fatto dai registi con i protagonisti del film che hanno preso in mano i diari utilizzati durante i laboratori Saltaclasse del progetto #tu6scuola. “L’intero film è realizzato – spiegano Barletti e Gianni – a distanza, senza mai incontrare i protagonisti di persona, lasciando loro la scelta di come raccontare se stessi e il proprio mondo”. Il risultato è un prodotto cinematografico sicuramente allegro, divertente, ma che chiede allo spettatore di andare oltre la risata per prendere in seria considerazione le parole dei bambini. “Per noi di Ciai – ha spiegato la presidente Paola Crestani – ogni bambino è come se fosse figlio nostro e lavoriamo tenendo in considerazione questo approccio. In questi anni di pandemia non ci siamo dimenticati del nostro Paese anche perché qui ci sono 3 bambini su 10 che vivono in uno stato di povertà assoluta”.

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