La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri ha chiesto 7 anni e 8 mesi di carcere per Domenico Tallini, l’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria imputato nel processo “Farmabusiness” sui suoi presunti rapporti con la cosca ‘ndranghetista dei Grande Aracri di Cutro. Mercoledì è stato il giorno della requisitoria per i venti imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Tra questi il politico di Forza Italia, che è sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Nel novembre 2020 era finito agli arresti domiciliari, poi revocati dal Tribunale del Riesame. Le accuse però sono rimaste, e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e il sostituto della Dda Domenico Guarascio hanno chiesto la condanna alla reclusione.

In sostanza, secondo i pm, i rapporti di Tallini con la famiglia mafiosa ruotavano attorno alla costituzione di una società, la Farmaeko con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). In qualità di assessore regionale (fino al 2014), Tallini avrebbe fornito un contributo alla cosca che i pm definiscono “concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione”. Un contributo legato, nella ricostruzione della Procura, alla fase di avvio del progetto imprenditoriale, e ricambiato anche dal sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. L’aiuto di Tallini, ritengono gli investigatori, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico iniziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.

Agli atti del processo anche numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. In alcune è lo stesso Tallini che parla: “Insomma… – sentono i carabinieri dalla sua voce – l’investimento è per voi… mica lo facciamo per noi… no? Fino a mo’ ci abbiamo solo rimesso…però nonostante tutto… anche gratis… Mi devi spiegare meglio com’è impostato tutto il ragionamento”. Per la Dda di Catanzaro, la frase del presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini è chiara: con la parola “voi” indica la ‘ndrangheta, mentre con il “noi” non ci sono dubbi che si riferisca a sé stesso e ai benefici familiari ed elettorali che avrebbe potuto ricavare dal rapporto con le cosche attraverso quello che i pm chiamano “l’uomo della pioggia”. Quest’ultimo è Domenico Scozzafava, ritenuto dagli inquirenti “un formidabile portatore di voti” per il politico di Forza Italia, ma anche uno “’ndranghetista fino al midollo”. Per lui i magistrati hanno chiesto 16 anni di carcere.

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