Notizia di oggi: il pm Piercamillo Davigo è rinviato a giudizio. Il procuratore di Brescia, Francesco Prete, e il pm Donato Greco hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’ex consigliere del Csm e del pm milanese Paolo Storari, indagati per rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla vicenda dei verbali di Piero Amara sulla presunta Loggia Ungheria.

Partiamo da un presupposto. Sono garantista con tutti e non faccio eccezioni per un magistrato che nella sua carriera era noto ed è noto ora come moralista-opinionista per la sua inclinazione giustizialista. Se dovessimo, però, utilizzare le frasi e i concetti dello stesso Davigo per commentare il suo rinvio a giudizio ci sarebbe poco da stare sereni. “Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”: questa una delle sue frasi più celebri. Insomma, da anni lo abbiamo visto fare non solo la morale a tutti ma dipingere la categoria della politica come il male assoluto.

Davigo, molto presente nei soliti programmi televisivi, non ha mai lesinato le sue teorie giustizialiste. Un clima che negli anni ha generato odio soprattutto nel linguaggio legato alla politica anche sui social. Ma la domanda che mi pongo è questa: usciranno e verranno mai pubblicati i conti correnti privati di Davigo, le sue email private, le sue chat? Il motivo della domanda è semplice: in questo ultimo periodo si è fatto un gran parlare della violazione della privacy dei politici: abbiamo visto che un leader politico a caso è stato oggetto di “cordone sanitario”, per utilizzare le parole del magistrato Nello Rossi. Abbiamo visto uscire sui giornali ricostruzioni di fatti, dati ed email che nulla avevano a che fare con le indagini penali. E ho visto i soliti giornalisti difendere queste pubblicazioni e utilizzarle – a mio parere – per solo fine politico.

Ora sarebbe, invece, interessante capire l’eventuale movente del reato contestato al principe del giustizialismo. Capire a quale scopo e per quale motivo. Immaginiamo per un istante che un pm, tanto lodato da alcuni, abbia utilizzato o utilizzasse lo stesso sistema usato per Renzi. Immaginiamo, poi, che senza alcuna rilevanza penale all’interno del fascicolo del pm fossero finiti il conto corrente, le varie email e le chat private del dottor Davigo. E finiamo con immaginare che queste notizie venissero passate a qualche giornale per pubblicarle. Ecco, immaginiamoci le reazioni di chi fino ad oggi difendeva quella che considero una barbarie giuridica. Perché il male del sistema è sempre questo. Non ti accorgi fino a quanto non ti colpisce. Per questo motivo anche con Davigo bisogna essere garantisti.

Certo, se dovessimo pensare come lui e chi come lui soffiava sul fuoco del giustizialismo, per loro oggi Davigo dovrebbe essere condannato senza aspettare sentenza definitiva. Ci sarebbe un processo mediatico e una gogna senza fine. Questo il punto. Questa la solita doppia morale. Questa la vergogna. E’ giunto il tempo che ci si occupi definitivamente della vera separazione dei poteri e del rispetto della civiltà che uno Stato di diritto dovrebbe avere e riconoscere a tutti i cittadini.

Una certa parte politica ha sempre utilizzato la giustizia per fare politica: la magistratura si è assuefatta talmente tanto a questi modi che è diventava più politica della politica. Occorrono prima di tutto persone valide e con coraggio per rompere definitivamente questi schemi consolidati. Altrimenti sarà sempre una lotta fra poteri dello Stato.

Per ora auguro al dottor Davigo di non subire la gogna mediatica che molti, forse anche a causa sua, hanno subito.

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