Prima il pestaggio poi la rapina. Ancora una volta giovanissimi. Ancora una volta a Foggia. La location è sempre la stessa: la centralissima piazza Mercato, luogo della “movida” del capoluogo dauno dove già ad agosto e a settembre le serate dei ragazzini erano state sconvolte da aggressioni brutali organizzate da coetanei o addirittura da minorenni. Vere e proprie spedizioni punitive per sottrarre telefoni, denaro o, peggio, per “dare una lezione” a omosessuali, stranieri, donne e disabili. Basta uno sguardo di troppo, una parola fuori luogo per finire al centro di una gragnola di calci e pugni. A volte le vittime vengono scelte a caso, bersagli inconsapevoli di ragazzini cattivi cresciuti all’ombra dei boss foggiani, costantemente in cerca di un diversivo per dimostrare la propria forza.

Ed è proprio questo che è successo il 26 settembre scorso a due giovani di Lucera, comune della provincia di Foggia. Arrivati nel capoluogo per un drink notturno, una gang li ha puntati. I due cugini erano seduti su un marciapiede dopo aver bevuto un cocktail quando due giovanissimi li hanno avvicinati chiedendo perché li stessero guardando in maniera così insistente. Sorpresi dalla domanda e dal tono minaccioso, i due ragazzi hanno negato di averli guardati, ma il gruppo aveva evidentemente già emesso la sua sentenza. “Venivano aggrediti violentemente dai nuovi arrivati – scrive nella sua ordinanza il gip Antonio Sicuranza – con calci e pugni, supportati subito dopo da un nutrito gruppo di giovani che si trovavano nelle immediate vicinanze, chiamati a raccolta proprio da uno dei primi due aggressori”. Le vittime “venivano subito letteralmente accerchiati dal branco e colpiti ripetutamente con violenti calci e pugni, anche dopo essere caduti al suolo e sebbene si trovassero ormai inermi ad opporre ogni tentativo di resistenza”. Il copione è lo stesso già visto in altre aggressioni a piazza Mercato. Uno dei due ha provato a fuggire ma è stato raggiunto e colpito ancora. L’altro è rimasto invece a terra mentre su di lui si accanivano altri membri del gruppo: i colpi gli fanno perdere conoscenza. Si risveglia quando una donna lo aiuta a rimettersi in piedi e a raccogliere gli effetti personali: il gruppo gli aveva preso il poco denaro che aveva in una tasca dei pantaloni. Anche il suo compagno il branco sottrare il marsupio in cui conservava denaro e telefono. In ospedale i medici diagnosticano traumi guaribili tra i 44 e i 55 giorni.

Il branco, secondo le indagini condotte dalla Squadra mobile guidata dal vice questore Mario Grassia e coordinate dal pm Rosa Pensa della procura di Foggia, era composto da otto elementi, cinque dei quali maggiorenni. La denuncia delle vittime e le attività dei poliziotti hanno permesso in poco più di un mese di individuare i responsabili: per quella che il gip definisce una “ignominiosa scorribanda criminale” sono stati arrestati il 36enne Luigi Pironti, il 20enne Cosimo Damiano Zingaro, i 19enni Dennis Faleo e Aldo Ruotolo, e infine il 18enne Francesco Pio Tomaiuolo. Il gip, come richiesto dalla procura di Foggia, ha disposto per loro la custodia in carcere “giacché – ha spiegato il magistrato – solamente la custodia carceraria è idonea a spezzare in radice la possibilità per i prevenuti di continuare nelle loro attività criminali”. Poco più che maggiorenni, eppure estremamente pericolosi per la magistratura: ragazzini capaci di portare a compimento una “bestiale aggressione” grazie alla forza trasmessa da “un branco incontrollabile” che solo per caso non ha arrecato danni maggiori, ma che insieme alle altre gang stanno generando “vivo senso di allarme nella comunità per la (quasi) gratuità della bestiale violenza” usata con due sconosciuti “che hanno avuto la sfortuna – ha concluso il gip Scuranza – di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

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