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J-Ax e Fedez vittime di una fake news ma il pm ‘perdona’ l’autore “re della bufala sociale italiana”. I rapper si oppongono: “Non esiste il diritto alla disinformazione”

La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per diffamazione mossa dai due artisti contro chi ha diffuso una bufala nel 2017 accusandoli di essere stati arrestati per possesso di cocaina in macchina. I due rapper si oppongono in maniera decisa

di Andrea Conti

Colpo di scena nell’inchiesta per diffamazione mossa da J-Ax e Fedez per una fake news circolata l’8 aprile 2017 sul sito rollingstones.live che nulla ha a che vedere con la famosa rivista americana. Sul sito era apparso un articolo, in quei giorni, che rivelava come i due rapper erano stati fermati dalle forze di polizia, dopo aver viaggiato in contromano in via Montenapoleone. Una volta fermati, la polizia avrebbe trovato “28 grammi di cocaina nella macchina” per poi essere stati arrestati sotto gli occhi di un testimone. Era tutta una bufala e gli artisti si videro costretti a smentire tramite l’agenzia Ansa. Seguì la denuncia per diffamazione. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, il sostituto procuratore milanese Isabella Samek Lodovici ha chiesto “l’archiviazione dell’inchiesta in base all’articolo 51 del codice penale che impedisce di punire chi esercita un diritto”. L’indagato 38enne si è reso protagonista di un “reato oggettivamente configurabile – scrive la dottoressa Lodovici – ma non punibile perché si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosiddetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo. La persona in questione oltre ad usare numerosi nomi d’arte per scrivere numerose fake news è “noto come il re della bufala sociale italiana e ha al suo attivo numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici”. Però quello che ha fatto può “giustificare il diritto al risarcimento del danno ma con un’azione in sede civile”.

Immediata la reazione degli avvocati di Fedez e J-Ax, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci: “La disinformazione non può essere considerata lecita”. Inoltre “la notizia sembrava del tutto verosimile e ha raggiunto un numero considerevole di persone che l’hanno creduta vera. Comunque, la pubblicazione di notizie false e denigratorie non è mai legittima. Vi sono innumerevoli iniziative a livello nazionale ed europeo per contrastare le fake news che, attraverso la disinformazione, sono in grado di influenzare e indirizzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone. A nulla vale che il querelato sia noto come il ‘Re delle bufale’, perché al momento della pubblicazione della fake news la paternità dell’articolo non era nota. In ogni caso, non può mai esistere un diritto alla disinformazione che riguarderebbe tutte le notizie sui cosiddetti Vip”. La palla ora passa alla Procura se accoglierà queste criticità mosse dalla parte dell’accusa.

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