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Roby Facchinetti, la toccante lettera a Stefano D’Orazio a un anno dalla morte: “Non mi sono ancora abituato alla tua assenza”

Roby Facchinetti, nell'anniversario della morte di Stefano D'Orazio, lo ricorda attraverso parole toccanti: "In un momento difficile, l'unica porta aperta fu la tua"

di F. Q.

Era il 6 novembre 2020 quando Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh, morì con il Covid al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Un anno dopo Roby Facchinetti gli rende omaggio con una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. “Eccoci qui, il sei novembre è arrivato. Non è un giorno normale per me”, scrive il fondatore della band. “Ancora non mi sono abituato alla tua assenza, te l’ho già detto troppe volte. Oggi però vorrei pensare solo a te, dedicare questa ricorrenza a tutto il bello che ci siamo scambiati e che abbiamo vissuto insieme. Sono tanti i ricordi che affiorano, sai?”, si legge.

Poi Facchinetti racconta un episodio, un “momento difficile per me in cui l’unica porta aperta fu la tua”. E ancora la forte mancanza che sente ogni giorno e non solo lui ma anche gli altri compagni e amici che hanno trascorso insieme una vita tra successi, concerti e anche momenti complessi. Poi continua: “Io intanto vado avanti, tutti andiamo avanti. E io, che alla musica come ben sai non riesco a rinunciare, sto lavorando a un progetto completamente nuovo per me, che sono convinto ti sarebbe piaciuto. Anzi, penso che mi sarebbe valso il tuo: ‘E bravo, Facchinetti!'”. La conclusione è affidata ad alcuni versi composti da Stefano: “Ora è tempo di raccogliersi nel tuo ricordo, vorrei salutarti con alcuni dei tuoi versi che so che amavi particolarmente. Stavolta li canterò io per te: ‘Ti porterò con me / Più in là di questo mare / Per tutti i miei domani / Starai con me’. Perché non ti dimentico, non ti dimentichiamo. Ricordatelo bene, amico mio“.

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