“La scuola a Milano non è mai ripartita al 100%. Non c’è ancora il tempo pieno ovunque; non tutti hanno il pre e post lezione e l’annuncio del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di avere i docenti in aula dal primo di settembre ha fatto cilecca”. A parlare è Chiara Ponzini, una delle coordinatrici del comitato Priorità alla scuola del capoluogo lombardo.

Dal 18 al 28 ottobre è stato fatto un sondaggio online rivolto a settecento famiglie delle scuole pubbliche della città, in particolare infanzia (68), primaria (112) e secondaria di primo grado (63). “Abbiamo organizzato questo questionario – spiega Ponzini – a fine ottobre perché sono passati ormai due mesi dalla prima campanella. C’era tutto il tempo per organizzarsi, per riprendere in mano la situazione e invece, abbiamo scoperto che il sistema istruzione della nostra metropoli non è davvero partito per tutti”.

Il comitato ha puntato gli occhi su tre questione: il tempo pieno; i servizi di pre e post scuola e il completamento dell’organico dei docenti. Il quadro che ne esce è a tinte fosche. Sulla prima questione: a Milano, in una scuola primaria su quattro, il tempo pieno è partito in ritardo e nel 4% dei plessi, ancora nella seconda metà di ottobre, non è stato attivato. “È inammissibile. Una scuola con l’orario prolungato doveva essere pronta dai primi giorni di settembre. Ciò – spiega la coordinatrice del comitato – crea disagi ai genitori, soprattutto alle mamme”.

Secondo problema: tra le 180 scuole valutate (infanzia e primaria), il 15% non ha attivato il servizio pre e post scuola: un dato che riguarda soprattutto le statali. “Nelle realtà in cui è stato attivato – sottolinea Ponzini – questo impatta sulla qualità del servizio educativo complessivo, in quanto va a discapito delle ore di compresenza degli insegnanti”. Una questione che riguarda soprattutto quelle strutture dove la gestione del pre e post è nelle mani dei docenti e non di cooperative esterne. Non solo. “I genitori – spiega ancora Ponzini – spesso sono avvisati della sospensione del servizio all’ultimo minuto”.

Non è finita. Veniamo al nodo dell’organico. Ancora nella seconda metà di ottobre, il 40% della totalità delle scuole valutate presenta una mancanza significativa di docenti; nel 14% ne mancano ancora molti; nel 26% pochi ma il 21% delle scuole ha completato in ritardo la composizione del corpo docenti. Da aggiungere che il 12% degli istituti oggetto dell’indagine, ancora nella seconda metà di ottobre, non ha gli insegnanti di sostegno e il 15% li ha inseriti in ritardo.

“Queste percentuali – cita la ricerca di Priorità alla scuola – se pulite dal 25% che non risponde poiché non necessita del servizio, aumentano notevolmente. Ve lo ricordate il ministro che annunciava la più grande rivoluzione dal dopo guerra? Dovevamo avere maestri e professori al loro posto dal primo settembre: non è così”.

Infine il lavoro fatto dal comitato mette in evidenza alcuni aspetti che lasciano pensare che i bambini milanesi continuino a pagare a caro prezzo l’emergenza pandemica: “In molte scuole non si possono ancora fare uscite didattiche; non si possono usare i laboratori e alla ricreazione i bambini stanno seduti a guardare qualche cartone animato pur di non far fare loro degli assembramenti. Inoltre, alla scuola d’infanzia in generale, ci sono ancora grandi restrizioni sull’uso di materiali diversi dalla plastica perché è l’unico materiale lavabile”.

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Educazione fisica, i maestri in protesta contro l’inserimento di insegnanti specializzati: “Noi abbiamo studiato anni per prepararci”

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