di Paolo di Falco

Tre giorni fa il nome del critico musicale Red Ronnie è saltato alle cronache perché in un video postato sulla sua stessa pagina Facebook si lamentava del fatto che non gli era stato consentito l’accesso al Museo di Messina. Lui, infatti, si era rifiutato di mostrare il Green Pass in quanto “dato sensibile protetto dalla privacy”. Fin qui, tutto potrebbe sembrare essere nella norma considerando anche le posizioni del critico musicale, però la vicenda che state per leggere vi sembrerà un po’ assurda: noto per alcune sue posizioni controverse sui vaccini e sul “famigerato” Green Pass, Red Ronnie ha poi spiegato insieme al sindaco messinese Cateno De Luca che in realtà il tutto è stato solamente una trovata pubblicitaria per far sapere che a Messina si trovano due quadri di Caravaggio.

Di conseguenza, il critico musicale si è rifiutato di proposito di esibire il Green Pass che comunque aveva e che ha mostrato a favore di telecamera durante la diretta, fregandosene “del dato sensibile protetto dalla privacy” e, proprio per questo suo atto particolarmente eroico di promozione del territorio, meritava senz’altro di essere ringraziato. Morale della favola: il mondo grazie alla sceneggiata di Red Ronnie ha scoperto che a Messina ci sono due quadri di Caravaggio. Tra l’altro, il giorno dopo, la fatidica visita al museo ha finalmente avuto luogo ed è stata fatta live, scrupolosamente contornata da promesse elettorali, attraverso una diretta Facebook denominata “Blitz al Museo regionale di Messina”, in compagnia del sindaco De Luca che ha sottolineato come: “Nelle ultime ore hanno montato dei video in cui vanno a infangare la genialità che abbiamo avuto per far conoscere al mondo che a Messina esiste il museo regionale e che c’è Caravaggio e non solo. Voi benpensanti pronti a sproloquiare perché noi abbiamo avuto la genialità e voi avete solo invidia nel cervello che avete fatto finora?”.

Adesso, “genialità” non mi sembra il termine esatto per definire questa messinscena con cui, forse, si cercava di replicare l’effetto che la visita di Chiara Ferragni ha avuto agli Uffizi di Firenze. Da un lato è abbastanza evidente come più che pubblicizzare i due dipinti di Caravaggio e il Museo di Messina l’elemento centrale della “famosa pubblicità” è stata la critica al Green Pass in un periodo dove la campagna vaccinale italiana sta cercando di convincere gli indecisi, soprattutto nella Sicilia maglia nera con il 18,5% di over 50 non immunizzati, in tutto quasi 400mila persone. Sicilia dove, nell’ultima settimana, da 24.000 dosi giornaliere si è scesi a 20-18.000 con un tasso di positività che cresce da 3,2 al 3,5 % mentre i posti occupati in terapia intensiva sono all’incirca 100.

In questo scenario, far passare un messaggio contro il Green Pass per la pubblicità del secolo che ha fatto conoscere al mondo la presenza di due quadri di Caravaggio a Messina sembra proprio una bella barzelletta. Tra l’altro, lo stesso sindaco di Messina, lo scorso 28 agosto si era schierato a favore dei vaccini invitando tutta la cittadinanza a vaccinarsi: quindi l’idea di pubblicizzare i due dipinti in questo modo è pura contraddizione. L’altra contraddizione dell’intera vicenda è il rifiuto, anche se “finto”, a mostrare il proprio Green Pass così come tutti i normali cittadini: perché per accedere all’interno di un museo al chiuso non dovrebbe servire? Così come ormai siamo abituati nella nostra cara Italia, alla fine si è fatto polemica per nulla: altro che promozione del territorio che poteva essere fatta con altri mezzi e in altri modi, altro che genialità…

Piuttosto se per Red Ronnie quel video è stato un contenuto che ha fruttato ben 2192 condivisioni e un po’ di pubblicità gratuita, per il sindaco De Luca è stata l’occasione per ribadire la sua prossima candidatura a Presidente della regione Sicilia, pronto a cambiarla dall’oggi al domani, la stessa velocità con cui si è interessato al MuMe dato che, secondo una buona fetta della popolazione messinese, lo stesso ha mostrato uno scarso interesse alle opere contenute all’interno del Museo. Ma si sa, in previsione della futura campagna elettorale tutto fa brodo.

Insomma, aspettiamo la prossima “genialata” che ci riserverà “per promuovere il territorio”.

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