Di nuovo scontro sui banchi a rotelle e ad aprire la polemica questa volta è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Intervistato a L’Aria che tira su La7 infatti, non ha esitato a definirla “una cartolina del passato”. “È sbagliata l’idea che si potesse usare un strumento solo per una situazione così complessa. Non boccio i banchi a rotelle, ma noi abbiamo fatto altre cose”, ha detto. Parole che non sono passate inosservate per la componente M5s dell’esecutivo che ha difeso la misura introdotta e voluta dall’ex ministra 5 stelle Lucia Azzolina durante il governo Conte 2. La prima a chiedere di “rettificare le sue parole” è stata la sottosegretaria Barbara Floridia. Poi seguita dal capodelegazione dei pentastellati e ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli: “Non segua i populisti perché la scelta di quei banchi fu dei presidi, non del ministro”. “Non faccio né fake news, né sto inseguendo nessuno“, è la replica di Bianchi, che l’ex titolare del dicastero dell’Istruzione aveva voluto a capo della task force per gestire la riapertura delle scuole. In serata è intervenuto anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Sono sinceramente sorpreso dalle parole del ministro Bianchi sui banchi a rotelle, vicenda peraltro ormai ampiamente approfondita. Il lavoro di Lucia Azzolina durante il suo mandato da ministro è stato generoso e attento, ma soprattutto aperto alle istanze degli attori del mondo della scuola”. A quel punto ha controreplicato lo stesso Bianchi: “Non ho mai negato l’impegno del Governo Conte sul tema della scuola”, ha detto all’agenzia Ansa.

Intanto la scuola è ripresa oggi in altre cinque regioni, Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana ma non mancano le difficoltà sia per le proteste del personale ‘anti-pass’, sia per i contagi che iniziano a portare in dad le prime classi. Per evitare che si torni in maniera massiccia alla didattica a distanza, già si parla della eventualità che cambino le regole in tema di quarantena per gli studenti, sulla falsariga di quanto sta accadendo in Germania e Gran Bretagna in cui è stata avviata una riflessione proprio sulla determinazione delle quarantene per mantenere la didattica in presenza. Il ministro Bianchi, citando quanto sta avvenendo a Bolzano, parla di ‘prova del rischio’ e punta ad estendere i tamponi salivari oltre le ‘scuole sentinella’. Intanto a Savona, oggi, nel primo giorno in cui è suonata la campanella, un istituto comprensivo è rimasto chiuso a causa della mancanza di personale in sciopero: gli insegnanti e il personale Ata infatti hanno manifestato la contrarietà all’obbligo green pass per tutto il personale scolastico ed, insieme ad alcuni sanitari, si sono riuniti davanti al palazzo della Provincia. Sempre nel Savonese, a causa dell’adesione allo sciopero contro il green pass di una maestra, gli alunni di una classe 5 sono stati rimandati a casa. Proprio per evitare al massimo dad e quarantene il ministro Bianchi accelera sui tamponi salivari che anche oggi hanno varcato le soglie degli istituti scolastici nell’ambito del progetto ministeriale delle ‘scuole sentinella’. “Si andrà alla fase 2 – assicura Bianchi – quella del tracciamento: siamo passati al salivare, con la verifica molecolare, che dà un risultato con una accuratezza che arriva al 99,9%. Ora il controllo è a campione ma diventerà diffuso”.

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