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Britney Spears, il padre Jamie è pronto a rinunciare alla tutela: “Non è più necessaria, le circostanze sono cambiate”

Sempre che Spears senior non cambi idea, Britney potrebbe davvero riprendere in mano la sua vita e tornare ad esibirsi molto presto: ecco cosa sta succedendo

di Francesco Canino

Presto il «Free Britney» potrebbe diventare realtà. C’è infatti un clamoroso colpo di scena che rischia di cambiare radicalmente la vita di Britney Spears dopo tredici anni di «conservatorship» da parte del padre e una lotta mediatica e giudiziaria che dura da oltre un biennio. A sorpresa, Jamie Spears ha infatti depositato un’istanza al Tribunale di Los Angeles con la quale sostanzialmente esprime l’intenzione di rinunciare al ruolo di supervisore della vita e dell’impero economico della pop star. «Ha diritto a che questa corte consideri seriamente se la tutela non sia più necessaria», si legge nel documento reso pubblico nelle scorse ore.

Quella del 69enne «padre padrone», come lo hanno definito sui social i fan della cantante (ma basta farsi un giro sui profili della cantante per leggere commenti ben più graffianti e al vetriolo), sarà una mossa strategica o nasconde la ferma volontà di tirarsi fuori dai giochi di una battaglia giuridica di quelle senza fine? La seconda ipotesi è più probabile, ma Spears senior ha dimostrato in questi anni di essere clamorosamente spregiudicato, dunque potrebbe accadere di tutto. I toni per ora sono concilianti: «I recenti eventi relativi a questa tutela fanno pensare che le circostanze siano cambiate a tal punto che potrebbero non esistere più i motivi per l’istituzione di una tutela», si legge nell’istanza e tutto lascia pensare che gli avvocati si riferiscano all’udienza dello scorso luglio, quando tra le lacrime Britney aveva rivolto un drammatico appello alla giudice.

L’obiettivo era quello di farsi restituire la libertà di vivere, chiedendo per la seconda volta in due anni di rimuovere dal ruolo di tutore il padre, descrivendo il genitore e la loro relazione come «tossica» e rifiutandosi di esibirsi sotto la sua gestione. La tutela era iniziata tredici anni fa, precisamente nel 2008, l’anno successivo al ricovero in un ospedale psichiatrico subito da Britney Spears che, all’apice del successo planetario, ebbe un crollo emotivo a seguito del quale finì sotto «conservatorship», misura che prevede il controllo assoluto di una persona con problemi mentali. Col passare del tempo il controllo del padre Jamie era diventato via via più stringente e sempre più commentatori e supporter della cantante – che hanno fatto diventare virale l’appello #freeBritney – si sono convinti che lo snodo centrale di questa faida familiare fosse da rintracciare nell’immenso patrimonio (oltre 60 milioni di dollari) della pop star.

Che in un recente post sui social ha espresso chiaramente il suo pensiero: «Non ho intenzione di esibirmi su nessun palco a breve, con mio padre che decide quel che indosso, dico, faccio o penso!». Insomma, quella che sembra la trama di una serie di Ryan Murphy è la triste realtà, con un finale che potrebbe presto avere una conclusione inaspettata. «La signora Spears ha detto a questa corte che intende riavere il controllo della sua vita senza le barriere di sicurezza di una tutela. Come il signor Spears ha detto più e più volte, tutto ciò che vuole è ciò che è meglio per sua. Se la signora Spears vuole porre fine alla tutela e crede di poter gestire la propria vita, il signor Spears crede che dovrebbe avere questa possibilità», hanno scritto gli avvocati del padre. Sempre che Spears senior non cambi idea, Britney potrebbe davvero riprendere in mano la sua vita e tornare ad esibirsi molto presto.

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