Si è chiusa il 17 agosto, a Roma, con un’ultima seduta dell’Assemblea capitolina che è saltata, la consiliatura della sindaca M5s, Virginia Raggi. In cinque anni di amministrazione sono stati approvati 2.481 atti di cui 853 delibere, 507 mozioni e 1.121 ordini del giorno. Non è stata licenziata però la delibera sulla razionalizzazione delle società partecipate capitoline che Raggi aveva chiesto di inserire all’ordine dei lavori dell’Aula Giulio Cesare prima dello scioglimento del consiglio comunale. I consiglieri d’opposizione – il cui numero è maggiore rispetto ai pentastellati a causa delle defezioni subite da questi ultimi – hanno fatto muro e con 26 voti contrari contro i 18 favorevoli del M5s hanno rigettato la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

IL VOTO IN AULA – Fin dal 2017 il Campidoglio guidato da Raggi ha iniziato a ipotizzare un piano di razionalizzazione delle partecipazioni di Roma Capitale, in attuazione del testo unico nazionale, la cosiddetta legge Madia. Lo ha fatto con Massimo Colomban, assessore alle Partecipate. Tra le proteste dei gruppi d’opposizione l’atto è stato messo all’ordine dei lavori ma come ultimo punto. Quindi oggi, con l’Assemblea capitolina riunita in videoconferenza, si è proceduto a votare la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori presentata dal M5s. Con 26 voti contrari e 18 favorevoli l’istanza è stata respinta e la seduta tolta.

LA DELIBERA – Tra le altre cose, l’atto prevedeva, da qui al 30 giugno 2022, la fusione per incorporazione di Roma Metropolitane, società appaltante del Campidoglio, che si occupa dei servizi di progettazione del trasporto pubblico ed è attualmente in liquidazione, nell’agenzia Roma Servizi per la mobilità e una riorganizzazione di Farmacap, società che gestisce le 45 farmacie comunali capitoline a oggi commissariata. Oltre a questo, la dismissione di alcune partecipazioni indirette di Ama, di Atac e di Risorse per Roma, in altre società di secondo livello. Ad esempio, la cessione del 51 per cento detenuto da Ama in Roma Multiservizi che si occupa tra l’altro delle pulizie nelle scuole comunali, la cessione della quota del 18,64 per cento di Risorse per Roma in Alta Roma e quella irrisoria dello 0,03 per cento di Atac nel Polo tecnologico industriale romano.

LE OPPOSIZIONI – A termine della seduta del 17 agosto le opposizioni hanno esultato. “Dopo cinque anni di disastri sulle partecipate la sindaca avrebbe voluto fondere Roma Metropolitane a Roma Servizi per la mobilità, una decisione assurda che l’Aula ha respinto al mittente”, ha commentato il capogruppo del Pd, Giulio Pelonzi. “La giunta Raggi esce sconfitta, è saltato l’ultimo consiglio grazie alla bocciatura da parte di tutte le opposizioni dell’ordine dei lavori”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo. “Il M5s cercava l’ultimo blitz in Aula, ma sono così sprovveduti che anche oggi non avevano i numeri per approvare l’ordine dei lavori”, ha aggiunto il capogruppo della Lega, Maurizio Politi.

IL M5S – Non si è fatta attendere la replica del capogruppo del M5s in Campidoglio: “Oggi le opposizioni hanno bloccato l’Aula Giulio Cesare per impedire il piano di razionalizzazione delle partecipate, ma hanno bloccato anche l’approvazione di molti altri atti“, ha sottolineato Giuliano Pacetti, “dai debiti fuori bilancio che avrebbero permesso a molti fornitori di recuperare una somma a credito, alle delibere di urbanistica che riguardano i piani di zona, dal riconoscimento del vincolo storico monumentale sul parco delle energie (Ex Snia, ndr), alla trasformazione della sede da impropria a plateatica del mercato di San Silverio, dai bilanci 2013-2019 di Farmacap all’atto transattivo tra Bcc e Roma Capitale sui punti verdi qualità. Questa”, ha concluso Pacetti, “Non è una vittoria, sono delibere che i cittadini aspettavano, è una sconfitta inflitta dalle opposizioni alla città e ai cittadini”.

VERSO IL 3 OTTOBRE – Ora, in attesa del primo turno elettorale, in programma il 3 e il 4 ottobre, la giunta in carica procederà soltanto sull’ordinaria amministrazione e l’Aula potrà esprimersi soltanto su eventuali urgenze. È dunque tempo di bilanci in Assemblea capitolina dove, in media, è stata approvata una delibera ogni tre giorni. La sindaca Virginia Raggi, con 121 presenze in Aula Giulio Cesare, ha ottenuto un buon risultato considerati gli impegni istituzionali di una prima cittadina: Raggi è stata presente a una seduta su quattro. Il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, passato recentemente dal M5s a Forza Italia, ha collezionato 395 presenze. Tra i capigruppo quello con maggiori presenze è De Priamo di FdI (457 presenze), seguito da Pacetti del M5s (454 presenze) e Pelonzi del Pd (447 presenze).

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