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Umberto Tozzi a Rolling Stone: “La musica di oggi è ridicola”. E sulle ‘operazioni’ come Fedez-Achille Lauro e Orietta Berti…

Dagli esordi al motivo per cui non andrebbe a Sanremo, nemmeno come direttore artistico: "mi boccerebbero subito. Io mi coinvolgo solo emozionalmente. E visto che secondo me la musica di oggi è ridicola non potrei e non saprei giudicarla (...) Sono nato in un’epoca diversa: qualsiasi roba uscisse, dagli Yes ai Deep Purple erano tutte cose che avevano senso, che emozionavano. Oggi non sento neanche più le radio"

di F. Q.

A FQMagazine non possiamo lamentarci. Facciamo (senza falsa modestia, va detto) interviste belle, ai personaggi più vari e ne traiamo molta soddisfazione. Speriamo anche voi lettori. Poi accade che vedi pubblicata altrove un’intervista che vorresti avere tu e un po’ ci resti male. L’unica cosa da fare è riprenderla. Umberto Tozzi intervistato da Gaspare Baglio per Rolling Stone. Sulle canzoni di Tozzi sorvoliamo, ha scritto hit inarrivabili che è superfluo citare. L’intervista è lunga, dagli esordi a oggi. L’incontro della svolta, quello con Bigazzi: “È stato la chiave di svolta della mia vita professionale. Lo incontrai per caso nell’ufficio di Franco Daldello, che conoscevo in quanto editore della Numero Uno di Mogol-Battisti. E stavo spesso sui divani ad aspettare con alcuni colleghi che, poi, sono diventati famosi (…). Daldello mi chiamò perché Mara Maionchi, la direttrice artistica della Ricordi nel 1974, mi propose di firmare un contratto come autore dopo avere scritto la canzone Un corpo e un’anima di Wess e Dori Ghezzi, che vinse Canzonissima. Ma non lo firmai”. Capito il tipo, no? Il racconto di come inizialmente era entrato nel giro da autore e di come lo convinsero a fare il suo primo album, Donna amante mia. Da lì e con gli album successivi ecco una hit dietro l’altra, alcune dal successo mondiale: “Ho avuto fortuna, dai, ho avuto tanto culo. Non basta il talento. E per me la fortuna è stata una componente molto importante. Chi pensava che Ti amo superasse la frontiera di Chiasso?”. Ricordi, belli, del Festivabar e poi quello che è oggi la musica in tv: “La musica, televisivamente, a quei tempi aveva un grande seguito perché comunque c’era un’idea. Quella di Salvetti. Oggi la musica in tv non funziona, parliamoci chiaro, bisogna andare ad ascoltarla ai concerti. Sì, esiste Sanremo, ma come vedi non è più musica (…). È uno show televisivo, non c’entra niente la musica”. Al festival non ci tornerebbe, nemmeno da direttore artistico. Perché? “No, mi boccerebbero subito. Io mi coinvolgo solo emozionalmente. E visto che secondo me la musica di oggi è ridicola non potrei e non saprei giudicarla (…) Sono nato in un’epoca diversa: qualsiasi roba uscisse, dagli Yes ai Deep Purple erano tutte cose che avevano senso, che emozionavano. Oggi non sento neanche più le radio”. E qui la domanda è d’obbligo, come vede le “varie operazioni tipo Mille con Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti o Toy Boy con Colapesce e Dimartino insieme a Ornella Vanoni”. Lui: “Be’ la mia risposta è molto giornalistica: sono ridicoli“. L’intervista continua, purtroppo altrove.

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