Poteva essere una bella notte, la nona notte olimpica, ma ci portiamo a casa due grandi risultati, una enorme delusione e un quarto posto come massimo possibile per un atleta che ha avuto la sfortuna più nera a pochi giorni dalle Olimpiadi.

Il risultato incredibile per la nostra storia è il bronzo nella staffetta 4×100 misti uomini. In vasca abbiamo schierato Thomas Ceccon, il quale parte benissimo e riesce a stare attaccato alla Gran Bretagna, con gli Stati Uniti che prendono già un leggero vantaggio grazie a Ryan Murphy, nella seconda frazione a rana scende in acqua il bronzo olimpico Nicolò Martinenghi, il quale può poco contro Adam Peaty che lo sorpassa, ma resta secondo superando gli Usa. La frazione che per noi era un punto interrogativo era la terza, a farfalla di Federico Burdisso. Per fortuna il bronzo olimpico nei 200 regge in terza posizione, scavalcato per forza di cose da Caleb Dressel, spaventoso.

Mentre Usa e Gran Bretagna diventano ormai irraggiungibili, sapevamo di giocarci tutto contro la Russia, nella sfida finale a stile libero tra Alessandro Miressi e Kliment Kolesnikov. Il russo fa di tutto per superarci, ma alla fine riusciamo a tenere la terza posizione, in una gara spaventosa, in cui gli Stati Uniti stabiliscono il nuovo record del mondo con 3’26″78 e la Gran Bretagna quello europeo in 3’27″51.

Questa medaglia certifica la qualità e la profondità del nuoto mai avuta a questi livelli nella storia in Italia. Primeggiare in una staffetta mista è il marchio di qualità dato a una scuola che si sta imponendo con atleti anche molto giovani e mette una fiche molto importante sul nuoto del futuro. Cosa fosse stata questa spedizione meravigliosa nel nuoto se Gregorio Paltrinieri non avesse avuto la mononucleosi a poche settimane dall’inizio dei Giochi e fosse arrivato in grande forma?

I 1500 metri di questa notte lo certificano. Gregorio finisce quarto, staccandosi solo nelle ultime due vasche dai tre al comando, l’americano Finke, l’ucraino Romanchuck e il tedesco Wellbrock. Ha vinto di nuovo l’americano con un’ultima vasca stratosferica. Ma poco stratosferico è stato il tempo finale, 14’39″65, ampiamente alla portata di un Paltrinieri in forma. Se avessimo avuto il miglior Greg, con quello che abbiamo visto dagli avversari diretti nelle gare di mezzofondo, sarebbe stata una spedizione trionfale.

Prima gara della notte i 50 metri stile libero uomini, in cui schieravamo Lorenzo Zazzeri. Finisce settimo in 21″78. Vince Caleb Dressel davanti a Florent Manadou e Bruno Fratus. Lo stesso Zazzeri a fine gara ha detto che questo per lui è solo il punto di partenza verso Parigi 2024. Prima della 4×100 mista uomini che ci ha dato il bronzo, c’è stata la 4×100 mista donne, in cui l’Italia ha chiuso sesta. Ma questa gara era importante soprattutto perché è stata l’ultima gara in una piscina olimpica di Federica Pellegrini. Il saluto di tutto lo sport italiano e il nuoto mondiale ha di nuovo dimostrato come Federica sia stata l’atleta spartiacque per la nostra tradizione natatoria e anche grazie ai suoi risultati oggi abbiamo un’ottima Nazionale.

Nelle prove di atletica leggera del mattino giapponese, un gran lancio di Sara Fantini a 71.68 metri regala alla nostra azzurra la finale nel martello femminile, cosa che non accadeva da 13 anni quando ci riuscì Ester Balassini. Davide Re passa in semifinale dei 400 metri con un non eccezionale 45″46, mentre Edoardo Scotti è eliminato con 45″71.

Infine poi la delusione massima di giornata. Ai quarti di finale del fioretto uomini a squadre partivamo dalla terza posizione del ranking mondiale, rispetto al Giappone in sesta posizione, con il numero 1 del ranking individuale, Alessio Foconi, e l’argento olimpico in carica, Daniele Garozzo. Non siamo riusciti a staccarci dal Giappone, che è sempre stato vicino nel punteggio durante tutta la gara. Alla fine si giocava tutto nell’ultimo assalto fra Daniele Garozzo e Kyosuke Matsuyama. Ancora una volta, nel momento più critico non riusciamo a invertire la tendenza, ma caliamo proprio nella prestazione decisiva. Garozzo perderà la sfida 45-43.

Con questo risultato della squadra in cui avevamo maggiori chance di medaglia d’oro, il bicchiere della scherma si svuota di colpo e, nonostante le cinque medaglie, bisogna ripartire con molta più forza verso Parigi 2024, anche perché molte nostre squadre sono anziane e il bisogno del cambio generazionale è evidente.

Infine la speranza più concreta di medaglia d’oro per i prossimi giorni. Nella regata 10 per la categoria Nacra 17, Ruggero Tita e Caterina Banti terminano secondi dietro solo ai danesi ma davanti ai secondi in classifica, la Gran Bretagna, mentre nell’undicesima addirittura dominano, arrivando prima dei britannici. Nella dodicesima regata, l’ultima prima della Medal Race di martedì che assegnerà le medaglie, hanno di nuovo chiuso al secondo posto. Male che vada martedì sarà argento. Ma Tita-Banti sembrano avere tra le loro mani una possibilità ancora più ghiotta.

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