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Magie dell’Islanda, un tour per tornare a sognare

Sospiri bollenti di una terra cristallizzata dai ghiacci, una sinfonia di elementi in subbuglio nella quiete delle lande desolate. L’Islanda è un richiamo primordiale, genesi in un angolo di mondo, un viaggio quasi al Polo simile ad un approdo sulla Luna.

Testo e Foto di E.Bittante - Alpitour World

Un mondo agli antipodi, soprattutto per la nostra consuetudine mediterranea, un itinerario on the road alla scoperta di un’isola magica, degli elfi e delle case dal tetto d’erba, dei geyser e dei paesaggi lavici ammantati da soffici licheni, ostentazione di una natura resiliente. Tutto attorno un oceano vitreo che lambisce spiagge nere, fiordi e lingue glaciali che sparpagliano costellazioni di iceberg alla deriva tra i quali nuotano foche vezzose che si lasciano intravedere giusto il tempo di una fotografia. Sono innumerevoli gli attimi e gli scorci da immortalare in quest’isola, un rincorrersi di paesaggi totalmente diversi nella loro unicità, tra terra, acqua e fuoco, costantemente pettinati dai venti e accarezzati dalle nuvole. Il sole è un privilegio in Islanda, nonostante illumini opalescente le notti nordiche d’estate, un miraggio durante i glaciali inverni che brillano solo dell’incanto delle aurore boreali. Il Tour Magie dell’Islanda non è un semplice viaggio ma un’esperienza alla ricerca dell’inconsueto, 8 giorni alla scoperta dell’isola, un’opportunità unica dopo tanti mesi di reclusione da vivere in sicurezza grazie alla campagna di vaccinazione. Un percorso affascinante lungo la la Hringvegur, l’unica strada principale, un grande anello che percorre l’intero paese. Partenza da Reykjavik, la capitale più a nord del mondo, e poi highlands infinite, cascate degli dei, laghi, pozze geotermali, grotte fantastiche, ed enormi ghiacciai che celano vulcani incandescenti. Infine città-villaggio che svelano idilli culinari e piatti inconsueti: chi non prova l’Hakarl, la carne di squalo macerata per sei mesi sotto terra, non può dire di aver vissuto pienamente questa terra estrema, apparentemente ostile ma tra le più accoglienti al mondo.

Dalla piccola capitale all’unione dei continenti: benvenuti in Islanda

Il primo approccio “metropolitano” in Islanda è anche l’ultimo, la capitale islandese è l’unica città in termini di dimensioni. Gli altri centri sono medio piccoli, alcuni manciate di case ma con tutta la dignità del loro “campanile”. Reykjavik è una capitale accogliente, vivace e moderna, a misura d’uomo, una realtà dalla vita tranquilla che per quattro anni è stata amministrata da un gruppo di anarchici, un esperimento unico al mondo con risultati straordinari. Una realtà di contrasti in perfetto equilibrio, come le casette colorate della periferia che incorniciano un centro dall’identità modernista. Simbolo della città è la Hallgrímskirkja, la chiesa concepita come un inno al creato: la forma rievoca una colata lavica, un estro nazionalista che omaggia la natura. Un’altra meta simbolo è l’Harpa, un visionario centro congressi e sala concerti che si distingue per la struttura di vetri concavi e convessi, un elegante gioco architettonico che la rende un luogo d’arte per l’arte. Dopo una passeggiata alla scoperta della città vale una sosta in uno di centri termali: stare a mollo nell’acqua calda è uno dei passatempi più amati dagli islandesi. Le piscine geotermali si trovano in tutto il paese, alcune sono vere e proprie strutture attrezzate, altre, piccole pozze dove vivere un’esperienza unica a contatto con la natura. E il viaggio prosegue proprio alla sua scoperta, verso il Parco Nazionale Thingvellir nella penisola di Reykjanes. In quest’area corre la frattura tra la placca continentale europea e quella nord americana, attraversata dal ponticello Lucky Bridge”, situato esattamente all’incontro della grande spaccatura tettonica, un anonimo passaggio sopra l’incontro dei continenti. Un parco suggestivo per gli appassionati di geologia ma anche per chi ama la storia: nell’anno 930 d.C., qui venne fondato l’Althing, per alcuni studiosi il Parlamento più antico del mondo. Tappa successiva alla cascata di Barnafoss, conosciuta come “la cascata dei bambini” poiché la leggenda narra che fosse sormontata da un arco naturale di roccia sul quale giocavano dei piccoli temerari.

Dal “centro della Terra” si punta a nord, salutando le balene

L’itinerario prosegue in direzione Snfellsnes, la penisola dell’immaginazione. Proprio qui Jules Verne idealizzò il passaggio per il suo Viaggio al centro della Terra. Un luogo magico, complice la presenza del vulcano e ghiacciaio Snaefellsjokull. Nella zona si trovano le località di Stykkisholmur e Bjarnahofn, dove visitare il curioso Museo dello Squalo, un excursus tra biologia marina, storie di mare e cucina tipica, quella a base di pescecane, tanto amata dagli islandesi. Il viaggio continua verso la spumeggiante cascata di Kirkjufellsfoss, uno spettacolo d’acqua di fronte la maestosa montagna Kirkjufell. Uno stato di natura alternato a piccoli e graziosi atolli di civiltà: la cittadina di Borgarnes è quintessenza di vita islandese tra case colorate e chiesette nere, come la costa dove si spiaggiano indisturbate le foche annoiate. L’Islanda è il palcoscenico per questi simpatici mammiferi d’acqua ma lo è anche per i giganti dei mari che si celano nelle profondità oceaniche: preparate binocoli e macchine fotografiche per l’avvistamento delle balene! E’ d’obbligo uno stop a Husavik, la capitale islandese del whale-watching, uno dei posti migliori al mondo per l’osservazione della Megattera e della Balena Minke, dove ogni estate si avvistano dalle 9 alle 11 specie diverse di cetacei grazie all’enorme quantità di plancton che si accumula nelle acque della baia. Dopo un saluto fugace a queste regine del mare, bussola verso il nord in direzione Akureyri, la seconda città d’Islanda a soli 80 km dal Polo Nord, dove si comincia a fiutare il vento dell’artico, frizzante anche nella stagione estiva.

Il nord dell’Islanda: il paradiso dei geologi

L’Islanda settentrionale rivela tutta la sua bellezza atavica: campi di lava simili a paesaggi lunari (non è un caso se Armstrong e gli altri astronauti si allenarono qui), giardini di Mefisto con pozze di fango bollenti e odore pungente di zolfo che esala dalle viscere della Terra. Un territorio dalla geologia attiva, un suolo in continuo divenire in balia degli elementi. Qui si trovano cascate dalla forza impetuosa come Godafoss, una delle cascate più note e spettacolari d’Islanda e indissolubilmente legata alla sua storia: si narra che nell’anno 1000 l’assemblea nazionale decretò la fede cristiana come religione nazionale e i simulacri del paganesimo vennero gettati nelle sue acque, da quel momento divenne “la cascata di tutti gli Dei”. L’acqua è protagonista di questa grande zona, dall’impeto alla quiete del lago di Myvatn, specchio di blu in una geografia ultraterrena, solcata da bocche fumanti e crateri vulcanici. Tappa a Dimmuborgir e ad Hverarond, dove dai campi di lava si ergono rocce di forme curiose e sbuffano pozze di fango, location di fortunate serie cinematografiche. Inquietudini geologiche da rasserenare in qualche piscina geotermale, allettanti attrattive di relax per ricaricarsi e rinfrancare i muscoli indolenziti dal viaggio.

Direzione sud: ghiacciaio incandescente, iceberg alla deriva e spiagge nere

Si prosegue verso la costa sud est del paese lungo la ring road, il transito in Islanda si trasforma in esperienza e i chilometri collezionano scorci incantevoli che virano dai toni scuri della terra lavica, al verde intenso di una natura selvaggia, dove piccoli greggi di pecore incoscienti attraversano la strada senza preavviso. Vasti delta di sabbia grigia alternano la luminosità delle imponenti lingue glaciali, sino a scorgere l’azzurro ceruleo della laguna di Jökulsárlón, dove il ghiacciaio più grande d’Europa Vatnajökull, che cela più vulcani attivi sotto lo spesso strato, immerge la sua enorme calotta (la terza più grande del mondo) nell’acqua dell’Atlantico creando numerosi iceberg. Il vento e le onde modellano questi blocchi di ghiaccio con l’estro di un artista, come i suggestivi faraglioni neri di Vik, pinnacoli di roccia aguzza si ergono come un altare preistorico, uno spettacolo dalla battigia color pece di Reynisfjara, su cui spumeggia il candore dell’oceano. Il viaggio prosegue per tornare “alla base”, la capitale Reykjavik, e terminare così il periplo dell’isola, tra infinite distese di soffici licheni, interrotti solo da geysir mirabolanti, torrentelli, fiumi e poderose cascate: Skógafoss, Seljalandsfoss e Gullfoss sono le regine d’acqua del sud dell’isola.

Distese erbose come campi da calcio di gnomi e folletti, sculture di basalto come regni di streghe, terra scura che sprofonda nel mare, sbuffi d’acqua che riaffiorano alla luce di un cielo d’aurora. Grotte di ghiaccio e cascate del mito, aria polare che modella la lava incandescente, una flora rada e soffice e una fauna libera e selvaggia. E’per davvero un Tour di Magie quello in Islanda, un’avventura inconsueta che ci rivela la bellezza di saperci stupire ancora, soprattutto dopo lunghi mesi di lockdown. E’ questo l’incantesimo di Essenzia che svela un mondo a portata di mano.

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