Genova. 19 luglio 2001. Nel capoluogo ligure si stanno per radunare i potenti della terra per il vertice del G8. Negli stessi giorni sono annunciate diverse manifestazioni del mondo “no global”, un movimento trasversale e internazionale che è riuscito a unire sotto la stessa bandiera sindacati e centri sociali, suore e anarchici, contadini e migranti al grido di “un altro mondo è possibile”. Sono convinti che sia necessario adottare un modello diverso di sviluppo, sollevano temi che sarebbero esplosi negli anni a venire: la globalizzazione neoliberista e la finanziarizzazione dell’economia, l’ambiente, il consumo critico, i diritti dei migranti, i beni comuni, a partire dall’acqua… Genova è blindata. La tensione è altissima, tutti i vertici internazionali dei mesi precedenti sono stati segnato da gravi disordini.

La popolazione è messa in guardia. In città è stata istituita una zona rossa a protezione degli otto “grandi”, dove poi spunteranno mezzi blindati e anfibi delle forze dell’ordine, grate metalliche e jersey di cemento. Lo spiegamento di forze è di 11mila uomini, di cui 6.800 fuori dalla Zona rossa, tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e persino la guardia forestale, che interverrà durante gli incidenti con i suoi idranti. La giornata del 19 inizia in modo pacifico. A ricordarla sono le voci di Paolo Frosina, don Paolo Farinella, Lello Voce, Monica Lanfranco e Alessandro Madron. (Editing a cura di Soundine/ Alice Gussoni & Sara Sartori)

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