“In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi. Un sistema sanitario gratuito che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti”. Lo ha affermato Papa Francesco, introducendo la preghiera dell’Angelus dal Policlinico Gemelli dov’è ricoverato da una settimana dopo l’intervento al colon a cui è stato sottoposto il 4 luglio. “Nella Chiesa – ha aggiunto Bergoglio – succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente e il primo pensiero è venderla. Ma la tua vocazione, Chiesa, non è avere quattrini, ma fare il servizio: salvare l’istituzione gratuita”.

Nella sua prima degenza da quando è vescovo di Roma, Francesco ha ripreso una tradizione introdotta da San Giovanni Paolo II. Fu, infatti, il Papa polacco il primo a recitare l’Angelus da quello che ribattezzò “Vaticano III” a motivo dei suoi lunghi e frequenti ricoveri. “Sono contento – ha affermato Bergoglio salutando i fedeli presenti nel piazzale principale dell’Ospedale, tra cui molti medici, infermieri e malati – di poter mantenere l’appuntamento domenicale dell’Angelus, anche qui dal Policlinico Gemelli. Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere. Grazie di cuore!”. Nella sua prima apparizione pubblica dopo l’intervento, Francesco – apparso ancora piuttosto affaticato – ha voluto anche ringraziare i professionisti sanitari: “Voglio dire il mio apprezzamento e il mio incoraggiamento ai medici e a tutti gli operatori sanitari e al personale degli ospedali. E preghiamo per tutti i malati, specialmente per quelli in condizioni più difficili: nessuno sia lasciato solo, ognuno possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza e della cura”.

Nella breve meditazione sul Vangelo della domenica, il Papa ha sottolineato “che i discepoli di Gesù, inviati da lui, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Questo olio è certamente il sacramento dell’unzione dei malati, che dà conforto allo spirito e al corpo. Ma questo olio è anche l’ascolto, la vicinanza, la premura, la tenerezza di chi si prende cura della persona malata: è come una carezza che fa stare meglio, lenisce il dolore e risolleva. Tutti abbiamo bisogno prima o poi di questa unzione della vicinanza e della tenerezza, e tutti possiamo donarla a qualcun altro, con una visita, una telefonata, una mano tesa a chi ha bisogno di aiuto”. Bergoglio ha voluto, infine, rinnovare la propria vicinanza alla popolazione di Haiti dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise e il ferimento della moglie.

Nei prossimi giorni Francesco dovrebbe essere dimesso e tornare in Vaticano, nella residenza di casa Santa Marta. Il quadro clinico, infatti, è molto positivo. Il Papa, seppur con ritmi meno frenetici del solito, ha ripreso a lavorare leggendo i documenti che gli sono stati inviati al Gemelli. Il mese di luglio, da sempre dedicato al riposto estivo dei Pontefici, non prevede particolari appuntamenti in agenda. L’unica eccezione, oltre agli Angelus domenicali, è la messa in programma domenica 25 nella Basilica Vaticana in occasione della prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, istituita proprio da Bergoglio.

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