Mondiali del 2006, 9 luglio, Olympiastadion, Berlino, Germania
Italia – Francia 1-1 (5-3 dcr)

Non c’è niente di più maestoso di una divinità che finisce con la faccia nella polvere. Soprattutto se il crollo avviene in mondovisione. Quella che doveva essere la finale di Zinedine Zidane, si trasforma quasi subito nella finale di Marco Materazzi. Morbido velluto contro ispido fustagno. Due piedi che sono un ponte sull’imprevedibile contro due gambe dure come clave. Materazzi è l’anello debole dell’Italia. O almeno così sembra. Dopo 7 minuti atterra Malouda in area. È calcio di rigore. Un colpo d’accetta che trova la sua nemesi nel cucchiaio zuccheroso di Zidane. Traversa, rimbalzo dentro la porta, traversa ancora, fuori. Qualcuno spergiura che il pallone non è mai entrato. Ma tutti sanno che è inutile protestare. La Francia è in vantaggio. E ci rimarrà per 12 minuti. Perché Marco Materazzi sovrasta Vieira e trasforma un angolo di Pirlo nella rete del pareggio. Si va avanti così fino al minuto 110. Buffon rinvia lungo. Fuori dall’inquadratura Zidane e Materazzi camminano verso il centrocampo uno accanto all’altro. All’improvviso il gioco si ferma. Nessuno capisce perché. Solo il portiere azzurro ha visto la scena. E comincia a urlare qualcosa. A un tratto le telecamere inquadrano il prato verde dell’Olympiastadion. Sullo schermo appare Materazzi con la faccia contro l’erba. Sul volto ha un’espressione particolare. C’è dolore. Ma c’è anche furbizia. Per capire cosa è successo serve il replay. La scena è surreale. Zidane si gira verso il difensore azzurro, fa un passo indietro, carica il peso del corpo sulla gamba destra e poi scatta in avanti. La testa del francese impatta dritta contro il petto dell’Italiano. Quando Materazzi si rialza porta in cielo l’indice destro e inizia a completare una lunga serie di cerchi. Indica tutto lo stadio. “L’ha visto il mondo intero”, dice al direttore di gara. Il quarto uomo informa l’arbitro Elizondo. Che trotterella fino al dieci in maglia bianca stringendo in mano un cartellino rosso. La Francia perde molto di più del suo miglior giocatore. E va incontro al suo destino. Ai rigori segnato tutti. Tutti tranne Trezeguet. L’Italia è campione del Mondo per la quarta volta. Fra le polemiche. Il giorno dopo il mondo si ritrova improvvisamente diviso. C’è chi condanna Zidane, chi lo assolve, chi gli riconosce l’attenuante generica della provocazione. I giornali italiani alzano la cornetta del telefono e chiamano gli specialisti. Vogliono un consulto medico. Che arriva prontamente. Zidane ha colpito Materazzi proprio sul plesso solare. Il difensore avrebbe potuto anche morire. Un’ipotesi remota che dilata ancora di più la portata sovrannaturale di quel successo.

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