Europei del 2012, 1° luglio, Stadio Olimpico, Kiev, Ucraina.
Spagna – Italia 4-0

Non sono passati neanche cinque minuti che l’Italia si ritrova già col fiato sospeso. Xavi chiude un triangolo con un compagno e calcia dal limite dell’area di rigore. La palla si infila fra Chiellini e De Rossi, si alza, finisce qualche centimetro sopra la traversa. Subito dopo la regia indugia su Gigi Buffon. Una una serie di forcine per capelli appuntate sulla fascia da capitano. Se le sfila una a una e le fa sparire fra i capelli. Servono a non farglieli entrare negli occhi. Il primo tempo dell’Italia è tutto qui. E in un tiro dalla distanza respinto da Casillas. La Spagna è imprendibile. Cassano e Balotelli sono inconsistenti, ectoplasmatici. David Silva porta in vantaggio le Furie Rosse. Di testa. Alba, Torres e Mata fissano il finale sul 4-0. È una sconfitta dolorosa. Perché è giusta. E rispecchia alla perfezione il divario fra le due squadre in campo. L’Italia del codice etico andrà avanti fino a un’altra figuraccia, quella nel Mondiale brasiliano due anni più tardi.. Per la Nazionale, invece, sarà l’ultima finale giocata. Almeno fino a oggi.

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