La trattativa tra Stellantis e le organizzazioni sindacali ha portato ad “un accordo importante” per lo stabilimento di Melfi. Lo hanno annunciato i sindacati venerdì sera dopo “36 ore ininterrotte di confronto”. Dal 2024 la fabbrica lucana del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa si dedicherà alla produzione di quattro modelli completamente elettrificati, ognuno di un brand diverso, oltre che all’assemblaggio di batterie elettriche. Allo stesso tempo, lo stabilimento lucano manterrà la produzione delle vetture che attualmente vengono lavorate lì e della loro evoluzione delle stesse. Con il risultato di evitare esuberi strutturali: una “conquista storica” per le sigle sindacali metalmeccaniche (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcf) che hanno ripreso la discussione con l’azienda dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico del 15 giugno. In compenso l’intesa prevede un contratto di solidarietà difensivo della percentuale massima del 45% che favorirà “un’equa rotazione giornaliera” e un piano di incentivazione volontaria all’esodo. Restano, poi, le preoccupazione per l’indotto, che ha già subito tagli.

L’accordo raggiunto tra le parti ruota intorno a un’evoluzione organizzativa che ridurrà la produzione da due linee a una, che sarà però potenziata. Come riferito dai sindacati, verrà infatti mantenuta invariata la capacità produttiva attuale di 400mila vetture, così da preservare la completa potenzialità del sito. Sarà poi messo a punto un “piano di gestione temporaneo per far fronte ai cali di mercato e alla mancanza di semiconduttori” che farà da ponte per la transizione verso l’elettrico del 2024.

Le sigle sindacali festeggiano “la garanzia per tutti i lavoratori della maturazione dei ratei dei relativi istituti contrattuali e di legge che permette il superamento delle perdite salariali” e sono soddisfatte del piano di incentivazione volontaria all’esodo “che definisce, per chi tra 4 anni può agganciarsi alla pensione, un contributo aziendale per i primi due anni al 90% della retribuzione lorda, per il terzo anno al 60% e per il quarto anno al 40% e anche la copertura economica dei contributi”. Mentre per i lavoratori che volontariamente vogliono uscire dall’azienda ma che non hanno i requisiti pensionistici, l’intesa prevede un incentivo che può arrivare fino a 75.000 euro lordi. E “saranno favorite, in questa fase congiunturale, le trasferte verso gli stabilimenti italiani ed europei del gruppo Stellantis”. “Oggi più che mai a Melfi è stata scritta una pagina importante che guarda al presente ma soprattutto guarda al futuro del più grande polo industriale italiano”, concludono le sigle. Sull’accordo, lunedì saranno convocate riunioni con tutti i delegati dello stabilimento Stellantis e successivamente le assemblee con i lavoratori del sito.

Articolo Precedente

Landini: “Lavoro? C’è troppo sfruttamento, chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti al 31 ottobre” – Video

next
Articolo Successivo

Cgil, Cisl e Uil in piazza: l’intervento di Maurizio Landini a Torino. La diretta

next