Conferenza stampa light a pochi passi dal tondino dell’ippodromo di San Siro galoppo, e tour cittadino sui luoghi di Leonardo da Vinci a Milano al volante delle 208 e 2008 elettriche. La Peugeot vola alto e si lancia in accostamenti decisamente arditi. Che c’entra il vecchio Leo con le vetture francesi del gruppo Stellantis? “Le sue macchine anticipavano idee che si sarebbero concretizzate nei secoli successivi e, tra i numerosi progetti, la mobilità dimostra un ruolo chiave, tanto più che veniva affrontata con autentica spregiudicatezza”, recita il comunicato della Casa del leoncino, fresco di restyling, sottolineando come “non poteva che essere così, visti i primordiali strumenti a disposizione nel XV secolo, e chissà cosa penserebbe oggi Leonardo di fronte alla concretezza di vetture 100% elettriche come le Peugeot e-208 ed il Suv e-2008”.

Boh? Immagino che il Maestro si preoccuperebbe sull’autonomia della batteria, come fa il 99,9% degli acquirenti di una vettura elettrica in Italia nel 2021. Basterebbero, al papà di Monna Lisa, i 340 km promessi dalla e-208 o i 320 km della e-2008? Potrebbe disporre di una colonnina pubblica vicino a casa o accetterebbe volentieri la wallbox da piazzare in garage che la Peugeot regala ai compratori? Non sapremo mai le risposte, temo.

Però intanto il costruttore transalpino si dichiara soddisfatto dell’accoglienza del pubblico. Lanciate sul finire del 2019, le due vetture del segmento B hanno superato le 700 mila vendite a livello globale. Delle oltre 70 mila immatricolazioni in Italia, circa il 10 per cento riguardano proprio le versioni elettriche, che costicchiano ma godono del bonus governativo che, in caso di rottamazione di una macchina vecchiotta, abbatte il prezzo di listino di 10 mila euro.

Il listino della e-208 parte da 33.850 euro, quello della e-2008 da 38.750 euro. Un quarto degli acquirenti italiani ha optato per il noleggio a lungo termine, una scelta trés chic e che ben si sposa con la nuova immagine che la marca Peugeot intende fornire di sé, e cioè quella del brand sempre generalista ma aspirazionalmente cool.

Tra la periferia di San Siro e l’affollato centro storico tempestato di ristoranti con tavolini all’aperto, ho fatto calare l’autonomia residua, dichiarata sul display della e-208, da 170 a 140 km. Usando la modalità Eco in mezzo al traffico e quella Sport sui vialoni intorno allo stadio costruito da Piero Pirelli quand’era presidente del Milan. Mai usata la modalità intermedia, la Normal, troppo banalotta. Lo spunto della falsa utilitaria a zero emissioni è davvero spassoso.

Le 18 batterie sistemate a “H” sotto il pianale invogliano istintivamente alla guida sportiva, effetto solo apparentemente controintuitivo. Non lo ha detto nessuno, infatti, che un’auto elettrica vada guidata annoiandosi. Anche i conduttori delle mitiche “90” e “91”, le filovie che instancabilmente percorrono la principale circonvallazione milanese, quando possono le fanno filare allegramente nottetempo, senza far rumore, queste ingombranti “emissioni zero” che da quasi un secolo hanno reso popolare la mobilità elettrica. E che al genio di Vinci sarebbero state probabilmente più simpatiche di qualsiasi Tesla.

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