Undici persone sono indagate in un’inchiesta dei pm romani Eugenio Albamonte e Gianfederica Dito, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, per i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per istigazione a delinquere. Nelle scorse ore sono stati tutti perquisiti dai carabinieri del Ros. Dagli accertamenti è emerso che tre di loro gravitano in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista. Uno dei perquisiti è Marco Gervasoni, professore universitario di 53 anni, risultato in collegamento con gruppi e militanti di ispirazione suprematista e antisemita tramite la piattaforma social russa VKontakte, simile a Facebook. Il professore, nato a Roma, insegna all’Università del Molise. Tra gli indagati figurano anche Francesca Totolo – che collabora con il Primato nazionale, il giornale online di CasaPound, e ha pubblicato due libri con Altaforte Edizioni – oltre a un pensionato, un ottico, l’impiegato amministrativo di un ospedale di Roma e uno studente.

I messaggi che riportano gravi offese contro il presidente della Repubblica sono stati pubblicati su Twitter. Come apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti inquirenti, non c’è al momento l’ipotesi di una regia comune, ma per alcuni indagati è stato possibile individuare una precisa area di influenza, legata all’estrema destra e ai gruppi suprematisti. Per quanto riguarda Gervasoni, ad attirare le attenzioni sul professore è anche la rete dei contatti sul social russo e i numerosi commenti ai suoi post, provenienti da profili dell’area dell’estrema destra capitolina, che nel biennio 2019-20 hanno preso parte ad alcune manifestazioni di Casa Pound. Tra i seguaci del professore, anche gli esponenti della formazione suprematista NSAB-MLNS, la Nationalistische und Sozialistische Arbeiter Bewegung-Movimento Nazionalista e Socialista dei Lavoratori. Gli inquirenti hanno monitorato anche quanto riportato anche su una testata locale della provincia di Bologna.

I post e i contenuti multimediali offensivi nei confronti del Capo dello Stato risalgono al periodo tra aprile 2020 e febbraio 2021 e prendono di mira le scelte fatte dall’Italia per contrastare la diffusione del coronavirus. Il Reparto indagini telematiche, unità specializzata del Ros, ha ricostruito la rete relazionale e le abitudini social delle persone coinvolte, di età compresa tra i 44 e i 65 anni. È stata rilevata la diffusione nel web di plurime condotte offensive nei confronti del Capo dello Stato che, stando a quanto scrivono i carabinieri del Ros, appaiono frutto di una elaborata strategia di aggressione alle più alte Istituzioni del Paese. Le perquisizioni rientrano in un più ampio approfondimento che la Procura di Roma sta svolgendo da tempo con il Ros, che già nello scorso agosto ha eseguito analogo provvedimento nei confronti un 46enne residente nella provincia di Lecce, molto attivo su Twitter.

Tra gli indagati il volto più noto è quello di Gervasoni, storico e saggista, già direttore scientifico della Fondazione Craxi. Il professore insegna Storia contemporanea all’università del Molise e nei mesi scorsi era finito al centro delle cronache per un tweet sulla vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein che gli costò anche un rinvio alla Commissione etica da parte del Senato accademico dell’ateneo. “Ma che è, n’omo?”, il commento di Gervasoni alla copertina de L’Espresso dedicata alla Schlein che gli costò a settembre 2020 una pioggia di critiche.

Il professore allora si difese sostenendo che il suo era un “esperimento sociale”: “Si possono fare commenti sul fisico della Meloni, di Salvini, Trump e Berlusconi. Mentre non è consentito farlo su esponenti di sinistra. Lo abbiamo visto molte volte. Ho pensato quindi di fare questo piccolo esperimento dopo aver visto l’interessante copertina de L’Espresso, che giocava sull’immagine mascolina di Schlein, la quale è stata più volte definita gender fluid”, disse il docente all’epoca dei fatti. Nel settembre 2019, invece, un altro tweet gli era costato l’interruzione del rapporto con la Luiss, dove insegnava – a contratto – Storia comparata dei sistemi politici: “Ha ragione Giorgia Meloni, la nave va affondata. Quindi Sea Watch bum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso”, scrisse il docente su Twitter.

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