La cattiva notizia, non sorprendente, è che il Prodotto interno lordo italiano cala anche nel primo trimestre del 2021. Quella buona è che l’Italia si comporta piuttosto bene nello scenario europeo dove le flessioni sono generalizzate e spesso più marcate. Fa eccezione la Francia dove, nonostante misure di lockdown piuttosto severe, l’economia è cresciuta dello 0,4% rispetto agli ultimi tre mesi del 2020 e dell’1,5% sull’anno prima. Delude viceversa la Germania, con una discesa del Pil peggiore delle attese: – 1,7% trimestre su trimestre e – 3% sull’anno prima. Rallenta anche la Spagna che chiude il periodo gennaio – marzo in retromarcia (- 0,5% il calo rispetto a ottobre-dicembre, e – 4,3% sull’anno prima).

L’Italia sta nel mezzo con flessioni dello 0,4 e dell’1,4%. Un risultato leggermente migliore della zona euro che nel suo insieme arretra dello 0,6%(le previsioni erano per un meno 0,8%) su base trimestrale e dell’1,8% nel confronto annuo. Il Vecchio Continente fatica insomma a ripartire a differenza di Cina e Stati Uniti che hanno chiuso il primo trimestre dell’anno con il segno più. Così come segnali di una maggiore dinamicità arrivano dalla Gran Bretagna. In tutti e tre i casi si fa sentire lo stato di maggiore avanzamento del programma vaccinale.

“L’economia italiana intravede la risalita dalla crisi, in linea con l’Europa”, rileva il centro studi di Confindustria con la sua analisi mensile ‘congiuntura flash’, e avverte. “Il mondo è già ripartito”. Il Pil è “più vicino al rimbalzo”: in “Italia sono iniziati da aprile i primi allentamenti delle restrizioni anti-Covid. Ciò condurrà nel secondo trimestre a un piccolo segno positivo del Pil”, “si conferma lo scenario in cui un forte rimbalzo si avrà nel terzo trimestre, grazie al crescere delle vaccinazioni”, anche se “restano rischi al ribasso”. Dal Pnrr “arriverà un aiuto alla ripresa già nella seconda metà del 2021”.

L’istituto europeo di statistica ha diffuso oggi anche le prime stime sull’inflazione di aprile che sale all’ 1,6% dall’ 1,3% di marzo. Pressioni al rialzo sui prezzi emergono soprattutto in Germania dove l’inflazione è stimata al 2,1%, in Spagna (1,9% con un balzo dall’1,3% di marzo) e in Francia (1,7%). L’inflazione cresce anche in Italia, per il quarto mese consecutivo, ma rimane su valori più contenuti attestandosi all’ 1,1% (dallo 0,8% di marzo). Segno meno tuttavia per il “carrello della spesa” ossia il sotto indice elaborato dall’Istat che include alimentari, cura della casa e della persona. I prezzi risultano in flessione dello 0,4% contro il – 0,1% di marzo. I recenti aumenti sui mercati internazionali registrati da materie prime come il rame e da molti prodotti alimentari di base, a cominciare dal grano, lasciano presagire che nei prossimi mesi le tensioni sui prezzi possano aumentare ulteriormente. Un aspetto su cui le banche centrali vigilano con molta attenzione visto le politiche monetarie ultra espansive in atto che tendono a favorire la crescita dell’inflazione.

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