I prezzi del grano sui mercati internazionali raggiungono il livello più alto degli ultimi 8 anni, superando i 7,4 dollari per bushel (unità di misura statunitense che equivale a circa 27 kg). Dallo scorso marzo le quotazioni sono salite di oltre il 30% e solo nella giornata di oggi i rincari sfiorano il 5%. Pressioni al rialzo sui prezzi si registrano anche il mais (+ 4% nella giornata di oggi e, a sua volta sui massimi dal 2013) e la soia. A spingere le quotazioni sono la forte domanda proveniente dalla Cina a fronte di timori per una carenza di offerta globale causata da condizioni avverse in Europa e Americhe. Secondo gli osservatori avrebbero un ruolo anche movimenti speculativi e qualcuno inizia a sospettare l’esistenza di una situazione di bolla.

La fiammata dei prezzi rischia di generare tensioni sociali, soprattutto nei paesi emergenti a causa delle difficoltà di accesso ai prodotti alimentare di base. Oltre a rinfocolare le pressioni al rialzo sull’inflazione. Prospettiva molto temuta dalle banche centrali che vedrebbero messe a rischio le loro politiche monetarie ultra espansive proprio mentre le economie sono alle prese con le conseguenze della pandemia (la “classica” reazione all’inflazione è un aumento dei tassi di interesse che ha però effetti negativi sulla crescita economica, ndr)

A segnare nuovi record sono anche le quotazioni del rame, il metallo più strettamente legato all’andamento dell’economia cinese che “consuma” oltre la metà del rame prodotto nel mondo. IL metallo viene attualmente viene scambiato a 9.750 dollari a tonnellata, il massimo da 10 anni e il 90% in più rispetto ad un anno fa. Secondo diverso analisti il record di 10.190 dollari è destinato ad essere infranto a breve. In rialzo anche le quotazioni di platino e palladio.

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