Le Regioni hanno pubblicato le ‘Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali’, che riguarda tutte le attività in fase di ripartenza nelle prossime settimane dalla ristorazione alle terme fino ai parchi divertimenti e gli stabilimenti balneari. Nel documento di 31 pagine, disponibile sul sito della Conferenza delle Regioni, sono state inserite anche le norme per la ripartenza delle cerimonie dopo i matrimoni e i congressi.

In aggiunta alle misure già previste per la ristorazione e dei protocolli adottati per lo svolgimento dei riti religiosi e civili, scrivono le Regioni, le “seguenti indicazioni integrative costituiscono indirizzi specifici per i banchetti nell’ambito delle cerimonie ed eventi analoghi”. Nell’ultimo decreto del 22 aprile, il governo ha sostanzialmente “dimenticato” il settore non fornendo una data per le riaperture. Le Regioni hanno quindi formulato una serie di regole per la ripartenza. Alcune di carattere generale come “predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare durante l’evento” e “mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni”. Altre decisamente più operative: “Riorganizzare gli spazi, per garantire l’accesso alla sede dell’evento in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti”, si legge nel documento specificando che se possibile sarebbe meglio “organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita”.

“Disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale”, come i conviventi. “Tali distanze – viene specificato – possono essere ridotte solo con barriere fisiche di separazione”. In via generale, le Regioni prescrivono che “laddove possibile” bisogna “privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (es. giardini, terrazze), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro”.

Gli ospiti, si legge ancora nelle linee guida, “dovranno indossare la mascherina negli ambienti interni (quando non sono seduti al tavolo) e negli ambienti esterni (qualora non sia possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro)”. Il personale di servizio a contatto con gli ospiti deve “utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti”. Inoltre, scrivono le Regioni, è “possibile organizzare una modalità a buffet mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per ospiti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie”.

La modalità self-service, spiega il documento, “può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose”. In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire” con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti” anche “attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali” e dovranno essere “valutate idonee misure (es. segnaletica a terra, barriere, ecc.) per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet”.

Per eventuali esibizioni musicali da parte di professionisti, “si rimanda alle indicazioni contenute nella scheda specifica” e in ogni caso “devono essere evitate attività e occasioni di aggregazione che non consentano il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro”. È “obbligatorio” mantenere aperte, a meno che le condizioni meteorologiche o altre situazioni di necessità non lo consentano, “porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni”. “In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti – continua il documento – dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti”. Nei guardaroba, conclude il documento, gli indumenti e oggetti personali “devono essere riposti in appositi sacchetti porta abiti”.

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