Sgominato il clan Strisciuglio a Bari: stamattina la Squadra mobile della Questura e i Carabinieri del Comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 99 persone (96 in carcere e tre agli arresti domiciliari). Gli arrestati sono capi e affiliati al clan, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, reati di droga, armi, estorsioni, lesioni e rissa. L’indagine, denominata ‘Vortice Maestrale’, è coordinata dai pm Lidia Giorgio e Marco D’Agostino in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia. 40 in totale i capi d’imputazione contestati ai 147 indagati, tra cui cinque estorsioni: a una gioielleria (4 bracciali del valore di 20mila euro come prezzo della protezione); a una sala scommesse, imponendo slot machine fornite dall’indagato Baldassarre D’Ambrogio; al gestore di un garage (una moto); alla titolare di un bar (5 mila euro per aver offeso la moglie di un sodale, dopo averle danneggiato il locale e incendiato il portone di casa); il pizzo su un giro di prostituzione (10 mila euro per poter continuare l’attività).

I magistrati sono riusciti a ricostruire gerarchia e attività illecite del clan dal 2015 a oggi per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e Conversano, documentando estorsioni a commercianti, riti di affiliazione, conflitti con altri gruppi criminali, minacce e pestaggi per punire sodali infedeli, cattivi pagatori o risolvere questioni sentimentali. A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano i pluripregiudicati Vito Valentino e Lorenzo Caldarola, oltre ai referenti nei vari rioni e città della provincia (Alessandro Ruta, Saverio Faccilongo, Giacomo Campanale). Tra gli arrestati, a 53 dei quali l’ordinanza è stata notificata in carcere, ci sono i figli del boss Caldarola, Francesco e Ivan, e Antonio Busco, ritenuto quest’ultimo uno dei fornitori di droga. “I quartieri dove è attivo il clan Strisciuglio sono tuttora caratterizzati da un asfissiante controllo del territorio, che si manifesta attraverso le estorsioni esercitate in danno di numerosi piccoli imprenditori ed artigiani che hanno le proprie attività ed insediamenti produttivi in quelle aree: cantieri edili, commercianti, lidi balneari, attività di ristorazione, eventi ludici e concertistici”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana. Nell’inchiesta sono contenute le dichiarazioni di 21 collaboratori di giustizia.

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