Cinema

Cinema aperti in zona gialla. Il Beltrade di Milano anticipa tutti alle sei del mattino con “Caro Diario”

Cinque lunghi più un cortometraggio per la sala milanese che torna ad aprire i battenti con uno dei film più popolari di Nanni Moretti. Poi c'è l'esordio di Bjork, il documentario Collective, Roubaix di Desplechin, Corpus Christi e infine Bacio di Rezza e Mastrella

di Davide Turrini

L’alba dei cinema viventi. Dalla sala cinematografica Beltrade di Milano l’avevano promesso. “Riapriremo il prima possibile”. Detto, fatto. Al primo spiraglio di zona gialla in Lombardia, il 26 aprile 2021, ecco che la storica sala di via Nino Oxilia riapre i battenti. Ma attenzione, non li riapre a metà pomeriggio per la pomeridiana sempre molto frequentata dagli over 65 (adulti e vaccinati, come si suol dire). E nemmeno per lo spettacolo delle 20 e poco meno (visto che c’è ancora il bizzarro coprifuoco alle 22 modello Cenerentola con la zucca e bisogna correre come lepri a casa).

Il Beltrade avrà il suo primo spettacolo alle 6 del mattino. Lunedì 26 aprile alle primissime luci dell’alba, quando saranno appena proclamati i vincitori degli Oscar 2021, quando appunto il coprifuoco si spegnerà si accenderà finalmente un proiettore. Anzi, il primo proiettore in Italia. E sarà subito minimaratona di sei film: cinque lungometraggi più un corto serale. “Come promesso, il Beltrade apre il prima possibile, ma per davvero“, annunciano dalla sala milanese. “È inutile dire, ma lo ribadiamo, che, come durante la prima riapertura, saranno prese tutte le precauzioni previste dai Dpcm e relative ordinanze. La capienza della sala sarà ridotta, i percorsi di entrata e uscita saranno segnalati, i posti saranno preassegnati alla cassa con mantenimento della distanza e la mascherina dovrà essere indossata anche durante la proiezione. Agli spettatori saranno inoltre richiesti i loro dati e sarà misurata la temperatura all’ingresso”. Si inizia quindi alle 6 del mattino con niente meno che Caro diario di Nanni Moretti. Eh sì l’avete già visto. Però così come abbiamo vissuto mesi eccezionali, l’eccezionalità di una proiezione siffatta è assolutamente imperdibile. Il manifesto del cinema morettiano insomma, più sperimentale di un qualsiasi film di Moretti, più naturale ed autentico di qualsiasi drammaturgia reimpostata dal Nanni nostro. Alle 9 ecco Juniper Tree, un film islandese del 1990 che, sinceramente, non abbiamo mai visto ma che vede l’esordio cinematografico di Bjork in una faccenda medioevale di streghe e stregoneria.

C’è chi ha parlato de La fontana delle vergine di Bergman. Staremo a vedere. Ore 12, Collective, il documentario girato Alexander Nanau su una delle più tragici incidenti degli ultimi anni in Romania. Lo svelamento della verità attorno all’incendio, e al reale numero di vittime che ha provocato, in un locale di Bucarest nell’ottobre 2015. Alle 15 ecco uno dei titoli francesi più interessanti diretti da Arnaud Desplechin, Roubaix, une lumiere (di cui parlammo qui). Possiamo ricordarvi che al centro del film c’è un omicidio tratto da un fatto realmente accaduto e una incredibile ricostruzione investigativa di un commissario interpretato nientemeno che dal più grande attore francese vivente (non Alain Delon): Roschdy Zem. Ore 18 ed ecco una sorta di anteprima (l’uscita ufficiale è il 6 maggio prossimo) con il film polacco Corpus Christi, distribuito in Italia da Wanted e di cui si parla molto ben. Infine alle 21, il corto che mancava: Bacio, “condotto e galoppato” da Flavia Mastrella e Antonio Rezza assieme agli allievi di un workshop realizzato durante l’ultima Biennale Teatro a Venezia, quando ancora ci si poteva sfiorare, toccare, baciare. Venti minuti che sono più preziosi della visione in sala in sé perché ci riconducono ad una dimensione sensoriale che nonostante tutto dovremmo ricominciare a vivere. Prezzo del biglietto? 7 euro, ma ci sono promozioni e per chi può si può fare perfino la lunga. Viva i cinema (che riaprono).

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