Cultura

Lo Scaffale dei Libri la nostra rubrica settimanale: diamo i voti a Later di Stephen King, Quel che stavamo cercando di Alessandro Baricco, Binari di Monica Pezzella

di Davide Turrini

Tanto la narrativa meccanica di Alessandro Baricco ci ha straziato nell’adolescenza i pomeriggi, quanto la sua forma politica analitico profetica recente ci sta deliziando la vita da adulti. Il sublime ed ultimo The Game (Einaudi) va tenuto sotto la teca di vetro dove merita di troneggiare in eterno. Da oggi però a fianco di quel volume va appoggiato un altro brevissimo pamphlet sugli accadimenti contemporanei pandemici intitolato Quel che stavamo cercando – 33 frammenti (Feltrinelli). Nel brevissimo volgere di una manciatina di pagine, alcune appena scalfite da tre, quattro righe, Baricco riesce a trascinarci come verginali fogli bianchi, alle profonde radici filosofiche della prima creatura mitica in epoca digitale, quasi “invocata” dopo anni di “anemia mitica” da pulsioni dell’inconscio collettivo in un’unica figura di senso chiamata “Pandemia”. È lo stress test che scoperchia “l’obsolescenza dell’intelligenza novecentesca”, che fa “vacillare una delle figure mitiche della modernità, quella della scienza”. Non tanto nella sua infallibilità, quanto nella sua utilità. Se un sapere finisce a “produrre retorica, risposte lente e semplice buon senso, qualcosa non va”, spiega Baricco. Che, tra l’altro, ammonisce: “il sapere scientifico, l’unico a cui ci si è affidati in questi mesi di terrore tra 2020 e 2021, “si è arrotolato su se stesso (..): “o lo liberiamo al più presto da se stesso, dice la Pandemia, o diventerà fede pura, mistica: attesa messianica di un vaccino”. Insomma, Baricco è il primo intellettuale italiano (forse alla pari di Giorgio Agamben) che cerca di far allargare l’orizzonte percettivo, addirittura il riposizionamento socio-economico dell’uomo contemporaneo perdutosi nel maelstrom dell’eccezione storico-sanitaria. Un percorso riflessivo rabdomantico, frammentario, dalle intuizioni fulminanti, imbevuto nell’aura del rispetto per l’intellettuale che (vivaddio) osa scuotere il totem del pensiero unico. Tra gli ultimi frammenti, i 32 e il 33, nel farci comprendere a fondo la forma saggistica maieutica del volume, Baricco accenna “all’inseguirsi di due immani forze contrarie” che spettacolarizzano il sordo vortice della Pandemia: il virus non è democratico (in soldoni: “rafforza i potenti e disfa i poveri”), ma soprattutto “restituisce agli uomini la capacità di pensare l’impensabile: non come gioco della fantasia, ma come tecnica di costruzione, come forma di razionalità”. Voto (sapienzale): 9

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