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“La pistola laser misura febbre ci entra dentro la testa, ci stanno uccidendo”: spopola la teoria del complotto contro i termoscanner

Bufale.net pubblica un lungo articolo per smascherare tutta una serie di invenzioni complottistiche sorte sul web riguardanti quell’aggeggio che serve per capire se all’entrata di una struttura commerciale o all’aeroporto sei febbricitante

di F. Q.

Il termoscanner per misurare la febbre non distrugge i neuroni del cervello. Bufale.net pubblica un lungo articolo per smascherare tutta una serie di invenzioni complottistiche sorte sul web riguardanti quell’aggeggio che serve per capire se all’entrata di una struttura commerciale o all’aeroporto sei febbricitante. Intanto per smentire le catene del “fate girare” viene utilizzata una pagina dettagliata dell’enciclopedia Zanichelli (La fisica dei termoscanner – Zanichelli Aula di scienze) dove vengono spiegate le differenze tra un normale termometro con miscela galinstiana da mettere sotto l’ascella e, appunto, quelle che vengono definite le “pistole laser”, e la necessità di usare queste ultime per questione di celerità nella verifica della temperatura e per la possibilità che hanno di misurare la temperatura corporea senza toccare il corpo dell’individuo.

Sempre sulla stessa pagina viene spiegato il funzionamento fisico del termo scanner ovvero la termografia ad infrarossi che rileva le radiazioni infrarosse che il corpo emette. Infine viene spiegato il funzionamento della termo camera, lo strumento che permette la misurazione. Sempre su Bufale.net viene spiegato un altro elemento diventato cavallo di battaglia dei complottisti del termo scanner: il puntatore laser. Un oggetto che ricorda le light gun dei videogiochi anni ottanta. “Solo alcuni modelli arrivano con un piccolo puntatore laser montato per fungere da mirino – spiegano – la spiegazione è semplice: si suppone che per usarlo nel minor tempo possibile bisogna mirare la fronte (…) alcuni modelli, non tutti, hanno un piccolo puntatore collegato al pulsante di accensione, ma parliamo di un labile diodo a bassa potenza e coerenza molto limitata, poco più che un puntino luminoso incapace di attraversare alcunché”. Insomma, niente paura: il termoscanner non vi distruggerà i neuroni del cervello ad ogni entrate dalla stazione dei treni o degli aeroporti.

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