“Abbiamo comunicato al governo russo che quello che succede a Navalny mentre le autorità russe lo hanno in custodia è loro responsabilità, e verranno considerate responsabili dalla comunità internazionale“. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden, Andrew Sullivan, interviene sul peggioramento dello stato di salute di Navalny, notizia diffusa ieri dalla sua portavoce. E spiega di avere comunicato a Mosca “che ci saranno conseguenze se Navalny muore” in carcere. “Stiamo valutando una diversa serie di misure che potremmo imporre, ma non le comunicherò pubblicamente in questo momento”, ha aggiunto intervistato dalla Cnn.

Le sue parole arrivano dopo le dichiarazioni di Joe Biden, che proprio per il caso dell’avvelenamento ha imposto nuove sanzioni contro la Russia. “È totalmente, totalmente ingiusto. Totalmente inappropriato”, ha detto il presidente parlando con i cronisti riguardo alla situazione di Navalny, anche “sulla base del fatto che è stato avvelenato e poi ha fatto lo sciopero della fame“. Intanto i suoi sostenitori hanno convocato proteste in tutta la Russia per mercoledì prossimo, il 21, subito dopo il discorso alla nazione di Vladimir Putin. “È tempo di agire, qui non si tratta solo della libertà di Navalny, ma della sua vita”, ha scritto in un post su Facebook Leonid Volkov, a capo dello staff dell’oppositore detenuto.

La mobilitazione per Navalny è arrivata anche da settanta artisti, scrittori e attori, fra cui i premi Nobel per la Letteratura Svetlana Alexievitch e Salman Rushdie, che hanno pubblicato un appello a Vladimir Putin affinché vengano prestate cure mediche urgenti all’oppositore che dal 31 marzo è in sciopero della fame in prigione. “Ci appelliamo a lei signor presidente affinché Navalny riceva immediatamente attenzione medica adeguata e le cure urgenti di cui ha bisogno e alle quali ha diritto come tutti i cittadini russi”. L’appello dei 70 intellettuali – tra i quali ci sono anche J.M. Coetzee, Jude Law, Vanessa Redgrave, J.K. Rowling, Arundhati Roy – vuole scuotere il Cremlino, affinché gli garantisca l’assistenza necessaria. E anche la figlia 20enne, Daria Navlnaya, che studia all’università di Stanford, in California, ha lanciato l’allarme sulle condizioni del padre. “Consentite a un medico di fargli visitare mio papà”, ha scritto su Twitter.

Le condizioni di salute – Ieri la portavoce di Navalny Kira Yarmysh ha dichiarato che l’attivista “sta morendo. Nelle sue condizioni, è questione di giorni” e un gruppo di quattro medici – fra cui quello personale di Navalny, Anastasia Vasilyeva, e un cardiologo – sottolineano che rischia un arresto cardiaco e chiedono di poterlo vedere in carcere. Il punto, spiegano, è che il potassio nel sangue ha raggiunto “livelli critici”, il che implica funzioni renali compromesse, sia che “problemi di ritmo cardiaco potrebbero avvenire in qualunque momento”. Poche ore prima dell’appello Navalny aveva raccontato su Instagram di essere stato minacciato dal personale carcerario dell’imposizione di un’alimentazione forzata usando “la camicia di forza e altri piaceri”.

L’oppositore numero uno di Vladimir Putin, le cui condizioni sono ancora provate dopo l’avvelenamento per il quale accusa il Cremlino, chiede da tempo la visita in carcere del suo medico per ottenere un trattamento appropriato per dolori alla schiena nonché intorpidimento a gambe e mani. Ma dal momento che continua a essergli negato ha avviato il digiuno. Secondo Navalny, la sua richiesta viene respinta perché le autorità temono che dalla visita da un medico civile “potrebbe emergere che la perdita di sensibilità agli arti possa essere dovuta ad avvelenamento”.

La procura di Mosca contro il Fondo anti-corruzione dell’oppositore – Intanto venerdì la procura di Mosca ha annunciato di avere chiesto al tribunale di dichiarare il Fondo anti-corruzione di Navalny un gruppo estremista. Una denominazione che potrebbe portare gli organizzatori delle attività del gruppo a pene fino a 10 anni di detenzione. L’accusa, per la procura, è che “gli obiettivi delle loro azioni sono di creare le condizioni per cambiare l’ordine costituzionale, anche usando uno scenario di rivoluzione colorata”, espressione con cui si indicano le rivolte popolari.

Navalny, arrestato il 17 gennaio al suo ritorno in Russia dalla Germania dove si è fatto curare per cinque mesi a seguito dell’avvelenamento, sta scontando in una colonia penale nella città di Pokrov, circa 100 chilometri a est di Mosca, nota per le sue condizioni molto dure, una condanna a due anni e mezzo per accuse di appropriazione indebita, un caso che secondo Navalny è politicamente motivato. L’arresto del blogger e politico noto per le sue campagne anti-corruzione ha scatenato una massiccia ondata di proteste in tutta la Russia, la più grande dimostrazione di sfida al potere da anni.

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