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Olesya Rostova non è Denise Pipitone: il gruppo sanguigno non corrisponde. La conferma in onda sulla tv russa

La notizia, circolata con forza già nelle scorse ore, è ufficiale, ora è confermata con la messa in onda della trasmissione "Lasciateli parlare" su Primo Canale. L'avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta: "Oggi abbiamo, in ogni caso ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti"

di Giuseppe Candela

Olesya Rostova non è Denise Pipitone. La notizia, circolata con forza già nelle scorse ore, è ufficiale, confermata con la messa in onda della trasmissione nусть говорят (Lasciateli parlare) in onda su Primo Canale. “Ieri preservando la privacy sul gruppo sanguigno di Denise e Olesya, durante il programma russo, è stato rivelato che il gruppo sanguigno di Olesya è diverso da quello di Denise. Oggi abbiamo, in ogni caso ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti”, ha dichiarato all’agenzia Ansa l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la mamma di Denise.

“Si è preferito accelerare i tempi di verifica seguendo i contatti in via privata con l’avvocato di Olesya, poiché una eventuale rogatoria con la Russia avrebbe comportato tempi più lunghi e, invece, si reputava necessario conoscere almeno il dato preliminare del gruppo sanguigno, prima possibile, per poi meglio approfondire la vicenda”, ha concluso Frazzitta. Dopo la registrazione della trasmissione, avvenuta ieri pomeriggio a Mosca, il legale che assiste la mamma della bambina scomparsa il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo ha dovuto rispettare un discusso embargo: nessuna comunicazione pubblica fino alla messa in onda. Lo scorso 23 marzo Olesya aveva rivolto un appello in diretta tv per ritrovare la madre biologica, appello ascoltato da una telespettatrice di “Chi l’ha visto?” con la successiva segnalazione alla redazione del programma di Rai3. Una forte somiglianza, l’età del rapimento corrispondente, i contatti con l’emittente russa per un confronto del Dna con le difficoltà, ora note, del caso.

“Il dolore di un genitore non si ripaga con il ricatto mediatico. Rimaniamo sempre cauti, vogliamo certezza e basta”, aveva scritto Piera Maggio nei giorni scorsi sul suo profilo Facebook criticando l’atteggiamento della televisione russa. “Vogliamo rimanere con i piedi ben piantati a terra, cautamente speranzosi, ma senza illuderci più di tanto. Anche perché le segnalazioni passate ci hanno dimostrato che l’illusione non porta a nulla. In questi casi ovviamente l’unica cosa da fare è chiedere che venga fatto il Dda ed è quello che noi chiederemo. È l’unica soluzione per fugare ogni dubbio. Mi preme dire che vogliamo ringraziare quanti in questo momento ci sono vicini e solidali, questo ci fa capire quante persone amano Denise e non l’hanno dimenticata. Questo ci riempie il cuore“, aveva dichiarato mercoledì scorso a “Chi l’ha visto?“.

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