Sedici personaggi eccellenti sono stati arrestati nella notte in Giordania per un sospetto “complotto” contro re Abdallah II. Tra questi spicca il fratellastro del monarca, il principe Hamza bin Hussein. Anche se Amman in un primo momento ha negato ufficialmente pur confermandone il coinvolgimento, la conferma è arrivata alcune ore più tardi dal vice primo ministro al Safadi: “Il principe Hamza e gli altri hanno portato minacce alla sicurezza e alla stabilità”, ha dichiarato, attaccando i video da lui diffusi, che hanno “distorto i fatti, invocando simpatia locale e straniera”. Safadi ha aggiunto che l’intelligence del Paese ha sventato un “complotto”, dopo aver intercettato delle comunicazioni da cui “è stato chiaro che stavano passato dalla pianificazione all’azione”. Safadi, che è anche ministro degli Esteri, ha accusato Hamza di aver cospirato con elementi stranieri a minaccia della sicurezza nazionale. Ha detto che agenti dell’intelligence monitoravano i golpisti da tempo e hanno segnalato le proprie preoccupazioni al re, e ha specificato che a Hamza è stato chiesto di “smettere tutte queste attività e movimenti che minacciano la Giordania e la sua stabilità”, ma lui ha rifiutato. Il ministro non ha detto quali Paesi sarebbero coinvolti nel complotto. Ha invece dichiarato che Bassem Awadallah, alto ufficiale con legami in vari Stati del Golfo persico, era coinvolto e intendeva lasciare il Paese.

Gli arresti – Tra i nomi eccellenti – come confermato dalla agenzia governativa – figurano Sharif Hassan Bin Zaid e Basem Ibrahim Awadallah, due alti funzionari legati alla Casa reale. Il primo – hanno ricordato i media – è stato ambasciatore giordano in Arabia Saudita e anche legato al principe Ali Ben Hussein, fratello del re. Il secondo è stato a lungo confidente di re Abdallah e anche ministro delle finanze dopo aver ricoperto il ruolo di capo ufficio della Casa reale. Awadallah – hanno sottolineato i media – è stato una forza trainante dietro le riforme economiche intraprese nel regno ed ha lungo fronteggiato la resistenza della vecchia guardia ai cambiamenti.

Il ruolo del fratellastro del re – Il nome di maggior peso, tuttavia, è sicuramente quello di Hamzah bin Hussein. Il capo di stato maggiore giordano, generale Yousef al Huneiti, ha fatto sapere che gli è stato intimato di astenersi da spostamenti e da altre attività che potrebbero essere sfruttate per destabilizzare il regno hashemita. “Nessuno – ha proseguito il generale – è al di sopra della legge e la sicurezza e la stabilità della Giordania hanno la precedenza su qualsiasi considerazione”. Hamzah è figlio della regina Noura (di nascita americana), quarta moglie del defunto re Hussein ed è quindi fratellastro di Abdallah II che invece è figlio della regina Muna (di nascita britannica), seconda moglie dell’ex monarca. Hamzah (nato nel 1980) fu nominato da Abdallah Principe della Corona nel 1999. Una posizione che ha ricoperto fino al 2004 quando Abdallah stesso ritornò sulla sua decisione. Di Hamzah i media hanno ricordato le critiche alla corruzione in Giordania. Il Jerusalem Post ha detto che tra i venti arrestati ci sono uomini vicini all’ex Principe della corona, incluso il direttore del suo ufficio Yasser Sulieman al-Majali. Tra i fermati anche il direttore del Palazzo di Hamzah, Adnan Abu Hammad.

Il video alla Bbc: “Sono ai domiciliari” – In un video fatto avere alla Bbc dal suo avvocato, il principe Hamzah bin Hussein, fratellastro di re Abdullah di Giordania sostiene di “essere stato posto questa mattina agli arresti domiciliari” e di “non essere lui il responsabile del crollo della governance, della corruzione e dell’incompetenza che è prevalsa nel governo negli ultimi 15-20 anni e che ora sta peggiorando”. ” Siamo al punto in cui – ha detto – nessuno è in grado di parlare o esprimere opinioni su qualsiasi cosa senza essere vittima di bullismo, arrestato, molestato e minacciato”. Nel video registrato oggi il principe Hamzah dice: “Ho avuto questa mattina una visita del capo di stato maggiore delle forze armate giordane che mi ha informato che non mi era permesso uscire, comunicare o incontrare persone perché durante incontri a cui avevo partecipato – o sui social o durante visite da me compiute – erano state espresse critiche al governo o al re “. Il fratellastro di re Abdallah precisa di non essere stato accusato di aver fatto lui stesso critiche, tuttavia afferma: “Non sono responsabile del crollo della governance, della corruzione e dell’incompetenza che è stata prevalente nella nostra struttura di governo negli ultimi 15-20 anni e che ora sta peggiorando. E non sono responsabile neanche della mancanza di fiducia che le persone hanno nelle istituzioni. Si è raggiunto un punto in cui nessuno è in grado di parlare o esprimere opinioni su qualsiasi cosa senza essere vittima di bullismo, arrestato, molestato e minacciato”.

Il messaggio degli Usa – “Stiamo seguendo da vicino la situazione e siamo in contatto con i funzionari giordani. Re Abdallah è un partner chiave degli Stati Uniti e ha il nostro pieno sostegno”. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, a seguito degli eventi delle ultime ore in Giordania, dove tra l’altro sarebbe stato posto agli arresti domiciliari il principe Hamzah, fratellastro del re.

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