Arauquita è al collasso. Ci troviamo in Colombia, nel dipartimento di Arauca, sulla frontiera colombo-venezolana: dall’altro lato lo Stato di Apure. Negli ultimi giorni forti scontri tra la Forza Armata Nazionale Bolivariana (Fanbv) e i dissidenti delle Farc (Fuerza Armado Revolucionaria de Colombia) hanno creato un enorme flusso di sfollati (desplazados) che hanno attraversato il confine in cerca di protezione internazionale. Si parla di migliaia di persone arrivate in pochissimi giorni e che hanno preso alla sprovvista questo comune di frontiera che conta poco più di 40 mila abitanti.

In risposta a questa crisi umanitaria improvvisa il governo centrale colombiano ha dichiarato lo stato di “Calamità Pubblica” nello Stato di Arauca e emanato un decreto che sancisce la “ley seca” (proibizione della vendita di alcool per tutti gli esercizi commerciali) e il coprifuoco dalle 20 fino alle 6, dal 29 marzo al 9 aprile. Queste ultime misure servono per prevenire disordini pubblici, spiegano le autorità, mentre dichiarare lo stato di Calamità Pubblica permette di attivare tutti i meccanismi di aiuto umanitario necessari per garantire le condizioni di vita adeguate (salute, alloggio, alimentazione, attenzione psicologica) alle circa 4700 persone (dato del 28 marzo) scappate dalla violenza generalizzata provocata da questo nuovo conflitto.

Tra di loro non solo cittadini venezuelani ma anche colombiani “retornados”, cioè cittadini colombiani che vivevano nello Stato venezuelano di Apure e che hanno dovuto abbandonare tutto e tornare al loro paese natale. Acnur e il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa sono già presenti sul territorio e stanno provvedendo a dare appoggio alle autorità locali e garantire la possibilità dell’accesso alle richiesta di rifugio per i cittadini venezuelani in fuga: da ricordare che in Colombia (così come in altri paesi della regione latinoamericana), grazie alla Dichiarazione di Cartagena nel 1984, si aggiunge ai criteri sanciti dalla convenzione del 1951 e dai protocolli del 1967, anche la violenza generalizzata come motivo valido per l’accesso allo status di rifugiato e la conseguente protezione internazionale.

Se il risultato degli scontri iniziati iniziati il 19 marzo nello Stato di Apure è chiaro a tutti, i motivi e la dinamica dello stesso sono però fonte di dibattito e discordia tra Nicolás Maduro e Iván Duque. Il primo sostiene che la Fanbv sta difendendo il territorio venezuelano dalle infiltrazioni della Farc attuando il piano denominato “Scudo Bolivariano”, mentre il secondo accusa il regime venezuelano di complicità rispetto alle attività portate avanti dal gruppo dissidente delle Farc nato nel 2019 sotto il nome di Segunda Marquetalia e guidato da alias Iván Márquez e Jesús Santrich e di operare sotto le loro direttive. Gli scontri sarebbero infatti una rappresaglia per dissidi interni ai diversi gruppi della dissidenza.

Quando parliamo di dissidenza della Farc, gruppo armato guerrigliero firmatario degli accordi di Pace del 2016 a La Avana (Cuba) che posero fine ad un conflitto decennale, dobbiamo pensare al plurale. Infatti la Segunda Marquetalia non è l’unica dissidenza della Farc esistente: è stata l’ultima a formarsi e nasce con l’obiettivo di incorporare le altre dissidenze che fin dall’inizio non avevano appoggiato l’idea degli accordi di Pace e la smobilitazione. Una di queste dissidenze opera proprio in Arauca (Colombia) e in Apure (Venezuela) zona di frontiera e importante corridoio per il narcotraffico.

Questa dissidenza conosciuta sotto il nome di Frente 10 Martín Villa risponde alla leadership di Miguel Botache Santillana, alias Gentil Duarte, noto capo guerrigliero, classe 1963, con forte influenza nella parte sudorientale del paese. Quest’ultimo, dopo numerose trattative non andate in porto, avrebbe definitivamente rifiutato di riconoscere Marquéz e Santrich come capi della dissidenza scatenando la rappresaglia della Fanbv, alleata di Segunda Marquetalia. Questa è la versione colombiana, che sottolinea ancora una volta l’accusa diretta al governo di Nicolás Maduro di stare appoggiando la Segunda Marquetalia e di dare rifugio e protezione a Marquéz e Santrich.

Mentre gli analisti cercano di ipotizzare possibili risvolti dentro la dissidenza e i servizi di intelligence diffondono giorno dopo giorno nuovi dettagli, migliaia di persone hanno invaso, in piena pandemia, il piccolo comune di Arauquita e necessitano di appoggio internazionale.

La Colombia sta vivendo un momento particolarmente critico dal punto di vista sociale, economico e politico. Gli ultimi dati diffusi dalla JEP (Giustizia Speciale per la Pace) il 18 di marzo sul numero dei falsi positivi durante la presidenza di Alvaro Uribe, l’esplosione di una nuova ondata di contagi, la mancanza di vaccini, la crisi migratoria venezuelana e l’aumento degli scontri tra bande armate e con l’esercito, della violenza e degli omicidi dei difensori dei Diritti Umani e dei leader indigeni dipingono un quadro tutt’altro che alentador (pieno di speranza).

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