Solo due settimane fa l’Italia, allineandosi con tutti gli altri Paesi ad alto reddito, si è espressa al Wto contro la deroga sui brevetti per la produzione di vaccini contro il Covid che avrebbe reso più semplice la produzione dei sieri nelle aree più povere. Oggi però l’Aula della Camera ha approvato con 384 voti favorevoli, 28 contrari e 22 astenuti una mozione di maggioranza a prima firma della deputata del Movimento 5 Stelle Angela Ianaro che impegna tra il resto il governo a spingere in seno all’Unione europea per una deroga temporanea – come previsto dall’accordo Trips sui brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale – e la concessione di licenze obbligatorie. Al governo si chiede anche rafforzare, in raccordo con l’Ue, la capacità industriale e di ricerca, a livello europeo e, in particolare, “mirante alla produzione di vaccini Covid-19 nel territorio italiano”, e “sostenere nelle competenti sedi europee l’istituzione di un certificato vaccinale verde” per facilitare il completamento della campagna vaccinale e la ripresa dei viaggi di lavoro e turismo.

Nella mozione si ricorda che “la deroga è prevista in base all’articolo IX, commi 3 e 4, dell’Accordo di Marrakech che ha costituito l’Organizzazione mondiale del commercio e consentirebbe una sospensione temporanea di tutti gli obblighi contenuti nella sezione I, parte II, dell’Accordo TRIPs, quella concernente copyright, disegni industriali, brevetti, protezione di informazione non condivisa”. La procedura “implica la formale richiesta al titolare del brevetto di un’autorizzazione immediata alla produzione dei farmaci necessari e, qualora il titolare neghi il consenso, si può imporre una licenza obbligatoria circoscritta temporalmente e geograficamente, la quale implica il pagamento di una royalty al titolare del brevetto. Durante la pandemia COVID-19 diversi Paesi hanno utilizzato lo strumento della licenza obbligatoria (ad esempio, Israele per alcuni farmaci antivirali sul COVID-19), poiché i rispettivi ordinamenti hanno disciplinato compiutamente la licenza obbligatoria consentita dall’Organizzazione mondiale del commercio, ossia hanno previsto una norma che consente ai Governi di superare la tutela brevettuale”. A favore delle licenze obbligatorie si sono espressi anche il fondatore di Emergency Gino Strada e il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

“La sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini e l’utilizzo delle licenze obbligatorie sono previsti in caso di pandemia, proprio come quella che stiamo vivendo”, ricorda la deputata M5s Giulia Grillo, già ministra della Salute. “Aumentare la produzione dei vaccini significa incrementare, anche a livello mondiale, la capacità di reazione di tutti i Paesi, anche quelli che oggi non hanno dosi sufficienti di vaccini e medicinali per combattere il Covid-19. Se l’epidemia non sarà contenuta in tutti i Paesi del mondo. ci saranno sempre delle varianti del virus che, libero di diffondersi, muterà rapidamente rendendo vano qualunque sforzo compiuto per arginare la pandemia. L’obiettivo primario quindi è il contenimento della diffusione virale non solo nei Paesi maggiormente dotati di risorse, ma anche e soprattutto in quei Paesi dove le disponibilità economiche non lo consentono”.

Anche il senatore Ettore Licheri, capogruppo del M5s in Senato, intervenendo in aula dopo le comunicazioni di Draghi in vista del Consiglio Europeo ha sottolineato che “l’Europa rischia di essere messa sotto scacco dalle logiche di profitto di quattro aziende farmaceutiche e questo il Parlamento italiano non lo può accettare, non lo possiamo tollerare. Le case farmaceutiche devono rispettare gli accordi presi con l’Unione europea perchè i vaccini sono un bene di tutti, non un affare per pochi. Si proceda a un’immediata revisione del meccanismo di controllo e di blocco dell’export dei vaccini e si faccia e si faccia scattare questo meccanismo anche per il mancato rispetto delle scadenze intermedie. Si proceda anche alla sospensione temporanea dell’accordo Trips sui brevetti. Ancor più coraggiosamente l’Ocse, che rappresenta i 36 Paesi più ricchi del mondo, acquisisca per il tramite della Banca Mondiale i brevetti e li doni ai Paesi più poveri del mondo”.

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