Huayra R: si chiama così l’ultima nata in casa Pagani. L’auto è l’erede spirituale della celebre Zonda R, con cui condivide un’eccezionalità tecnica: il motore V12 aspirato. Si tratta di un’esclusiva della versione R, perché le altre Huayra hanno un V12 biturbo. Questo “Ufo mangia cordoli” è stato sviluppato congiuntamente alla tedesca HWA di Affalterbach, che ha preso parte alla messa a punto del powertrain e del cambio sequenziale a 6 marce e innesti frontali.

“Le auto da corsa di oggi sono focalizzate esclusivamente sull’aerodinamica e sono in gran parte il prodotto della galleria del vento”, afferma Horacio Pagani, fondatore del marchio: “Negli anni ’60 e ’70, tuttavia, le auto erano molto veloci, certamente pericolose, ma belle. Prototipi di auto sportive come la Ferrari P4 o la Ford GT40, o le Le Mans, avevano linee estremamente attraenti, che sono ancora oggi una grande fonte di ispirazione per le nostre auto. La Porsche 917 è la mia preferita, con la sua forma romantica ma audace, che dà l’impressione di una vettura molto veloce. È bella, elegante e senza tempo. Da questo desiderio di libertà, e dall’esperienza della Zonda R e delle auto del passato, è nata l’idea della Huayra R, come una boccata d’aria fresca”.

Una boccata di aria fresca da 850 CV di potenza: tanti sono quelli erogati dal V12 a iniezione diretta, capace di arrivare a regimi di rotazione di 9.000 rpm; un trionfo sensoriale e acustico, quindi. Taurina anche la coppia motrice, pari a 750 Nm. Peso dell’unità? Appena 198 kg. Mentre il cambio aggiunge altri 80 kg ed è imbullonato al telaio di carbo-titanio, contribuendo a renderlo ancora più rigido (la rigidezza torsionale, infatti, cresce del 16% rispetto alle altre Huayra). “Dopo tanti anni, ho sentito un desiderio travolgente di libertà ed è così che è nata la Zonda R, una vettura da pista libera da vincoli e regolamenti. Bella, performante e sicura. La Huayra R, proprio come la Zonda R, è la vettura Pagani più libera, estrema e performante di tutti i tempi”, sostiene Pagani. La massa complessiva, complice l’utilizzo a profusione della fibra di carbonio è di 1.050 kg.

Naturalmente la sofisticatezza dell’aerodinamica è proporzionale ai numeri in gioco: a 320 orari il carico verticale è di una tonnellata. Fanno parte del corredo fluidodinamico il fondo piatto, l’ala posteriore, il diffusore e le due prese d’aria laterali: raffreddano l’impianto frenante e deviano il flusso d’aria verso le fiancate. Le sospensioni a controllo elettronico si abbinano a un impianto freno con dischi carbo-ceramici, nascosti dietro cerchi gommati slick (Pirelli P Zero) da 275/675 R19 all’anteriore e 325/705 R19 al posteriore. Il prezzo è commisurato a contenuti ed esclusività: 2,6 milioni di euro, tasse escluse.

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