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Muore a 45 anni per “il troppo lavoro”: “80 ore di straordinari al mese, poi l’infarto”. La sentenza storica che condanna Sony

La notizia proveniente dal Giappone riguarda un dipendente della Sony. Secondo quanto riporta la tv NHK, l’uomo è morto di infarto tre anni fa mentre era in trasferta all’estero negli Emirati Arabi

di Davide Turrini

Muore a 45 anni per “superlavoro”. La notizia proveniente dal Giappone riguarda un dipendente della Sony. Secondo quanto riporta la tv NHK, l’uomo è morto di infarto tre anni fa mentre era in trasferta all’estero negli Emirati Arabi. Dipendente della Sony dal 2007, il 45enne era migrato a Dubai nel 2015, lavorando nel settore marketing e vendita fotocamere e apparecchiature video. “Secondo un sondaggio condotto dall’ufficio di ispezione degli standard del lavoro in risposta alla richiesta della compagnia assicurativa della famiglia del lavoratore deceduto è stato rilevato che il lavoro straordinario per i tre mesi immediatamente prima della sua morte era in media di circa 80 ore al mese”, scrive il sito web della NHK.

Secondo l’assicurazione e i familiari il superlavoro effettuato senza sosta dal 45enne deceduto è rintracciabile dai dati del personal computer che è letteralmente sempre rimasto in funzione collegato ad attività aziendali anche durante la sera e la notte. “Mio marito era serio e responsabile. Tuttavia, pochi mesi prima della sua morte, era ogni giorno esausto e irritato e sembrava addirittura depresso”, ha spiegato la moglie dell’uomo. “Preghiamo per il dipendente deceduto dal profondo del cuore”, c’è infine scritto nel comunicato ufficiale della Sony – “Prendiamo sul serio la certificazione del Labor Standards Inspection Office e faremo ulteriori sforzi per prevenire gli infortuni sul lavoro e gestire la salute dei nostri dipendenti”.

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