Non ci sono parole per definire la prevedibile scelta dell’Unione europea di anteporre i profitti delle multinazionali chimico-farmaceutiche ai diritti alla salute e alla vita dei suoi cittadini e di quelli del pianeta più in generale. Questa infausta presa di posizione segna l’epilogo definitivo di una tristissima vicenda e il naufragio delle speranze malriposte da qualche troppo ingenuo o troppo furbo politicante nei confronti della signora Ursula von der Leyen.

Il punto decisivo è stato la scelta di respingere la proposta formulata da India, Sudafrica, Venezuela ed altri Stati di derogare, di fronte al dilagare della pandemia Covid e delle sue micidiali varianti, al regime di difesa rigida della proprietà intellettuale delle multinazionali che possiedono i brevetti relativi ai vaccini da impiegare contro il Covid. La proposta era stata formulata in seno all’Organizzazione mondiale del commercio ed è stata respinta coi voti di tutto l’Occidente capitalistico, Stati Uniti e Unione europea in prima fila, che hanno goduto dell’appoggio determinante del presidente brasiliano Bolsonaro, deferito alla Corte penale internazionale qualche tempo fa per l’effetto genocida delle sue deliberate e scellerate politiche di minimizzazione del rischio rappresentato dalla pandemia in corso, che sta mietendo milioni di vittime in tutto il pianeta e ne ha provocate, ad oggi, oltre 270mila nel suo Paese.

E’ evidente come l’ostacolo rappresentato dai brevetti impedisca la produzione del vaccino in tutto il mondo e quindi una risposta adeguata specialmente da parte dei Paesi più poveri e bisognosi, dato che i vaccini sono concentrati nelle aree più ricche del pianeta. Dato il carattere contagioso del virus, si tratta non solo di un attacco alla vita e alla salute altrui ma anche a quelle proprie.

La Commissione europea aveva del resto da tempo dimostrato la propria totale subalternità alle lobby farmaceutiche, concludendo accordi fallimentari e per di più secretati in loro clausole essenziali, colle multinazionali attive nel settore, che avevano poi deciso e continuano a decidere di dirottare i propri prodotti, comunque insufficienti rispetto agli enormi bisogni esistenti, su offerenti migliori e disposti a pagare prezzi più elevati. Per non parlare delle davvero allarmanti notizie relative alla stessa sicurezza dei vaccini, su cui hanno aperto da ultimo delle inchieste alcune Procure italiane.

Come da tempo denunciato, siamo completamente in balia di organizzazioni guidate dall’esclusivo proposito di aumentare i propri già enormi profitti e non già da quello di debellare il virus in nome del bene comune e del diritto alla salute e alla vita di tutti gli abitanti del pianeta. Esistono già oggi alternative praticabili, come i vaccini cinesi, cubani e russi, ma il bieco servilismo atlantico dei governi europei e di quello guidato da Mario Draghi in particolare impedisce di ricorrervi.

E’ infatti evidente come il governo Draghi, che ha enunciato l’atlantismo e l'”europeismo” (alla von der Leyen & C.) come fari ispiratori della propria politica estera, si asterrà dall’intraprendere cooperazioni indispensabili nel campo della ricerca e della produzione di vaccini ed altri presidi sanitari necessari a combattere la pandemia colla Cina, colla Russia e con Cuba, salvo poi permettere che determinate proprie appendici stremate ricorrano alle brigate mediche cubane, com’è avvenuto in Lombardia e Piemonte in primavera, ma già ce ne siamo dimenticati.

Nei tragici attuali frangenti del dilagare della pandemia si conferma l’irriducibile antinomia fra il capitalismo, specie quello delle rendite, sia finanziarie sia legate alle privative industriali e alla proprietà intellettuale, da un lato e la vita dall’altro. La Commissione europea continua a scegliere di privilegiare il capitalismo contro la vita, dato il peso delle lobby che da tempo immemorabile infiltrano le istituzioni di Bruxelles e ne condizionano l’agire quotidiano, nonché quello del credo neoliberista che pervade fino al midollo i leader di quest’Europa, con in testa la von der Leyen, Macron, Merkel e Draghi. Camicie di forza asfissianti che vanno distrutte al più presto, prima che distruggano la nostra vita e la nostra salute.

Capitalismo ed atlantismo vanno superati, derogando ai brevetti e instaurando una vera e propria cooperazione globale affinché tutte le energie del pianeta siano dedicate a sconfiggere il virus, come richiesto del resto dall’Organizzazione mondiale della sanità. Non è questa a quanto pare l’opinione di lorsignori, interessati più a contare i quattrini che entrano in tasca a Big Pharma che le vittime che continuano a morire come mosche in tutto il mondo ogni giorno.

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