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Chiuso il mattatoio-lager dove venivano uccisi decine di migliaia di cani: animalisti e polizia ne salvano dalla morte 61

Gli attivisti raccontano la scoperta dell’orribile luogo di morte e di come sono riusciti a farlo chiudere sul loro sito web. Si stima che ogni anno in Cambogia vengano uccisi a fini alimentari 3 milioni di cani

di Davide Turrini

Chiuso un mattatoio che ha ucciso decine di migliaia di cani. È accaduto nella provincia della città di Siem Reap, in Cambogia, la prima in tutto il Paese asiatico ad aver vietato dal luglio 2020 il consumo di carne di cane. Già, perché nel resto della Cambogia si continua a mangiare cani e gatti come niente fosse, ammassandoli a decine in piccole gabbie anguste (come accade con polli, maiali e mucche negli allevamenti intensivi nostrani, ndr) e poi trucidandoli in maniera barbara. Four Paws, un gruppo animalista molto pratico, ha deciso che è ora di smetterla. E da tempo lavora, come dire, “sul campo”, per salvare più cani possibili dal massacro.

A febbraio scorso, ad esempio, un gruppo di attivisti di Four Paws, assieme alla polizia locale, è riuscita a fermare un camion che trasportava 61 cani verso un mattatoio ancora attivo nonostante la legge, e a liberare gli animali. Quello stesso mattatoio, attivo fin dal 1995, è stato successivamente chiuso, proprio grazie all’intervento di Four Paws. Gli attivisti raccontano la scoperta dell’orribile luogo di morte e di come sono riusciti a farlo chiudere sul loro sito web. Si stima che ogni anno in Cambogia vengano uccisi a fini alimentari 3 milioni di cani.

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