Otto persone sono state accoltellate e ferite a Vetlanda, città a circa 270 chilometri a sud-ovest di Stoccolma, in quello che la polizia ritiene sia stato “un attacco terroristico”. Due feriti sono gravi, ha dichiarato la portavoce della polizia Angelica Israelsson Silfver, e tutti e otto sono stati trasportati in ospedale. L’aggressore, un uomo sui vent’anni, ha attaccato i passanti con un coltello intorno alle 15 a a Bangårdsgatan, nei pressi della stazione ferroviaria, e poi è stato colpito dagli spari della polizia, che lo ha ferito alle gambe. Il ventenne è stato condotto in ospedale per l’interrogatorio: la polizia ritiene che abbia agito da solo. Inizialmente l’attacco era stato classificato come tentato omicidio, ma successivamente è stato rivisto come sospetto crimine terroristico. Subito dopo l’attacco, la circolazione nell’area è stata bloccata, per poi riprendere successivamente anche se in forma ridotta.

“Diverse persone sono gravemente ferite. Questi sono fatti terribili e il mio pensiero va alle vittime e ai loro parenti – ha dichiarato il ministro dell’Interno Mikael Damberg -. In questo momento non è chiaro esattamente cosa sia successo e quale fosse il motivo. La polizia ha arrestato un sospetto e ha avviato un’indagine per chiarire cosa sia accaduto”.

Decine di pattuglie hanno raggiunto l’area, che è stata chiusa, per raccogliere prove e testimonianze. La circolazione dei treni per alcune ore è stata sospesa. In attesa che si chiarisca la dinamica e soprattutto il movente dell’assalto, il primo ministro svedese Stefan Löfven ha condannato questo “atto terribile”, esortando tutti a “inviare un pensiero alle persone colpite dalla violenza e agli uomini e alle donne dell’assistenza sanitaria, della polizia e del comune che lavorano per prendersi cura dei feriti e ripristinare la sicurezza”. Il governo è in costante contato con le forze di sicurezza.

In Svezia, i servizi di intelligence considerano alta la minaccia terroristica. Il paese scandinavo è stato preso di mira due volte negli ultimi anni. Nel dicembre 2010, due esplosioni quasi simultanee colpirono il centro di Stoccolma, provocando un morto e due feriti. Si trattò di un attentato suicida, preceduto da minacce di matrice jihadista, in cui si condannava tra le altre cose la presenza militare della Svezia in Afghanistan. Nell’aprile 2017, sempre nella capitale, un richiedente asilo uzbeko respinto e radicalizzato falciò i pedoni con un camion rubato, uccidendo cinque persone. Confessò di aver agito per vendicare la guerra degli occidentali contro l’Isis.

(immagine d’archivio)

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