Altre 150 milioni di dosi per il 2021 e un’opzione per altrettante nel 2022. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l’Europa sta già programmando l’acquisto del vaccino prodotto da Moderna per i prossimi due anni, il giorno dopo la notizia che proprio la consegna in Italia di fiale sviluppate da Cambridge sarà dimezzata a febbraio. Queste 300 milioni di dosi in più si aggiungono alle 160 milioni già acquistate dall’anno scorso. Ed è di stamattina anche l’annuncio di Pfizer-Biontech della chiusura di un accordo con Bruxelles che porterà alla disponibilità dell’Unione altre 200 milioni di dosi del loro vaccino anti-Covid.

La casa farmaceutica newyorkese ha fatto sapere che l’accordo si aggiunge all’intesa precedente per 300 milioni di dosi e che la Commissione europea ha un’opzione per richiederne altre 100 milioni: “Si prevede che ulteriori 200 milioni di dosi saranno consegnate nel 2021, con una stima di 75 milioni da fornire nel secondo trimestre. Il numero totale di dosi da consegnare agli Stati membri dell’Ue entro la fine del 2021 è ora di 500 milioni, con il potenziale per aumentare a 600 milioni in base all’opzione”, si legge in una nota congiunta con BioNTech, dopo mesi di polemiche accese riguardanti i contratti stipulati con l’Ue e i ritardi nelle forniture legati a problemi di produzione. “Stiamo lavorando incessantemente per supportare l’ulteriore lancio di campagne di vaccinazione in Europa e nel mondo espandendo la capacità di produzione – ha affermato Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer – Con questo nuovo accordo con la Commissione europea prevediamo di fornire dosi sufficienti per vaccinare almeno 250 milioni di europei entro la fine dell’anno“. Ed ha assicurato che l’azienda non ha siglato contratti con privati: “Durante la pandemia, i nostri contratti sono con i governi e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati, soggetti ad autorizzazione o approvazione regolatoria. Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato in questo momento”.

Il Ceo e fondatore di BioNTech, Ugur Sahin, ha aggiunto che “abbiamo adottato ulteriori misure per espandere la nostra capacità di produzione a due miliardi di dosi nel 2021. Inizieremo la produzione nel nostro stabilimento di Marburg questo mese e abbiamo rafforzato la nostra rete di produzione con altri partner. Stiamo continuando a valutare, insieme a governi, autorità e partner a tutti i livelli come possiamo affrontare un fabbisogno futuro ancora più elevato per i nostri vaccini”.

L’operazione di Bruxelles è in linea con la necessità di accelerare con le vaccinazioni in tutta l’Unione a causa della rapida diffusione delle nuove varianti del virus. Lo ha detto la stessa von der Leyen: “Dobbiamo accelerare le vaccinazioni, i casi di varianti Covid aumentano e ne emergono di nuove. I vaccini approvati in Ue sembrano efficaci contro le varianti, ma le varianti sono più contagiose” e quindi favoriscono l’insorgere di altre. A tal proposito, la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha dichiarato che la Commissione Ue dovrà “valutare se sarà necessario aggiornare gli accordi esistenti” sui vaccini “o concluderne di nuovi” per rispondere alla diffusione delle varianti del virus. “Le società che hanno già sviluppato vaccini stanno monitorando l’efficacia contro le nuovi varianti”, ha detto sottolineando che, anche nel caso in cui si rendano necessari nuovi contratti, “il pre-requisito sarà di consentire alle aziende di produrre in Ue, ma dovranno anche fornire calendari dettagliati” per la fornitura. Da Moderna assicurano che “la Commissione europea sta dialogando con noi su come prepararci al 2022, anche per far fronte a potenziali varianti. Moderna è impegnata a lavorare incessantemente per rendere disponibili boost dei vaccini per le varianti rilevanti per affrontare questa pandemia”, ha detto Stéphane Bancel, Ceo di Moderna.

Kyriakides aggiunge anche che “siamo pronti a fare un passo in avanti e a proporre un’autorizzazione d’emergenza” per i vaccini “in Ue con una responsabilità condivisa tra di noi se i leader Ue saranno d’accordo a seguire questa direzione. Dobbiamo cercare di fare in modo che i vaccini siano approvati nei tempi più brevi, attraverso procedure rapide che consentano, allo stesso tempo, che i cittadini si sentano sicuri e la società si fidi. Non si scende a compromessi sulla sicurezza”.

Dal piano anti-varianti dell’Ue nascerà inoltre una nuova strategia europea di preparazione alla bio-difesa, ribattezzata Hera Incubator. Il piano è considerato come il primo embrione della futura agenzia Ue per la difesa biomedica Hera che la Commissione von der Leyen intende creare sul modello dell’agenzia americana Barda (Biomedical Advanced Research and Development Authority) che ha fatto la differenza nella corsa allo sviluppo dei vaccini anti Covid. Un modo per porre rimedio alle scarse competenze in campo sanitario dell’Ue, nei limiti imposti dai Trattati.

Il piano di biodifesa si basa su tre pilastri. Nel dettaglio, prevede di aiutare i Paesi a sviluppare la capacità di individuare le varianti, con il sequenziamento di almeno il 5% dei campioni positivi. Ai 75 milioni di euro che l’Ue impegnerà in questo obiettivo, si aggiungono 150 milioni provenienti dal fondo Horizon per la ricerca e lo scambio di dati. Sedici Paesi europei, insieme ad altri cinque extra-europei, tra cui Israele e la Svizzera, creeranno un network per i test clinici, per facilitare la cooperazione e lo scambio di informazioni sulle terapie e i vaccini e per ampliare la portata della sperimentazione a bambini e ragazzi, oggi generalmente fuori dai test clinici dei privati.

Il secondo punto riguarda la regolamentazione vaccinale, con l’obiettivo di accorciare i tempi. Oltre a velocizzare la procedura di autorizzazione, quando si introduce la copertura di un nuovo ceppo in un vaccino già approvato, si punta a facilitare la certificazione di nuovi siti produttivi e si studia una nuova categoria di autorizzazione di emergenza a livello dell’Ue, con responsabilità condivisa tra gli Stati membri.

Per aumentare le forniture, infine, si prevede di concludere nuovi accordi di acquisto anticipato per sostenere lo sviluppo di vaccini nuovi e adattati dentro e fuori l’Ue, sviluppare un meccanismo di licenza volontario per facilitare il trasferimento di tecnologia e aumentare la capacità produttiva dell’Ue con il progetto “EU FAB”. Si tratta di un network per assicurare la capacità di produzione di vaccini e medicinali a livello europeo. Questo terzo obiettivo “non dovrebbe impedire all’Ue di valutare fonti di approvvigionamento da fuori Unione, se necessario, a patto che soddisfino i requisiti di sicurezza dell’Ue”, precisano comunque da Palazzo Berlaymont.

“La priorità è assicurare che tutti gli europei abbiano accesso a vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid-19 – ha spiegato von der Leyen – Nello stesso tempo, stanno emergendo velocemente nuove varianti del virus e dobbiamo adattare la nostra risposta più rapidamente. Per anticiparle, lanciamo oggi l’Hera Incubator”. Il piano “unisce scienza, industria e autorità pubbliche, utilizzando tutte le risorse disponibili per far sì che possiamo rispondere a questa sfida”.

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