Non più solo le varianti inglese, sudafricana, brasiliana e da ultima quella nigeriana: a Viggiù, località in provincia di Varese che da questa sera sarà zona rossa, l’Ats Insubria comunica di aver rilevato “14 tamponi positivi per variante scozzese” di coronavirus, “emersi a seguito di una campagna di testing effettuata su un campione di popolazione di circa 200 persone residenti nel Comune”. L’Agenzia per la tutela della salute sottolinea però che questa variante “è stata identificata in Italia in modo sporadico a partire da ottobre 2020” e “in base ai dati ad oggi disponibili, appare piuttosto simile al virus originale, in termini di virulenza e di diffusione”.

I quattro comuni lombardi di Viggiù, Bollate, Mede e Castrezzato sono in zona rossa dalla sera di mercoledì 17 febbraio dopo che, ha ricordato oggi il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, “oltre ad esserci l’evidenza di alcuni focolai, si è evidenziato che derivavano da varianti del virus, per lo più inglesi. Per il comune di Viggiù addirittura si tratta di una variante della variante inglese, definita variante scozzese“, ha spiegato a Bergamo Tv. L’Ats Insubria però smentisce il fatto che sia più virulenta o abbia un maggiore tasso di contagiosità, caratteristica invece della variante inglese. L’Agenzia sottolinea però “l’importanza di un’ampia adesione dei cittadini di Viggiù, allo scopo di rilevare eventuali positività e contenere la diffusione del virus variato”.

L’indagine analitica è stata condotta dal Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Sette Laghi, diretto da Fabrizio Maggi: “La scelta di effettuare un approfondimento su un target di popolazione definito del Comune – spiegano dall’Ats – è stata determinata da un andamento dei contagi crescente nel corso delle ultime due settimane sul territorio, in particolare nella popolazione scolastica“. L’attività di indagine è stata allargata all’intera popolazione (circa 5mila abitanti) e oggi sono iniziati i tamponi dedicata esclusivamente alla ricerca della variante: la popolazione convocata, circa mille persone al giorno,” sta collaborando in modo significativo e l’attività proseguirà nei prossimi giorni fino a pieno completamento dell’indagine”. Infine, spiega sempre l’Ats, “i medici di medicina generale sono stati attivati per implementare le azioni di sorveglianza sanitaria e per sensibilizzare la popolazione”.

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