“Con una ventenne non mi ci vedo più”. Il mito pop porno, Rocco Siffredi, si confessa al Corriere della Sera dopo l’ennesimo oscar del cinema hard (che poi è eminentemente produzione a pagamento in streaming). Gli allori appena raccolti alla 37esima edizione degli AVN Awards sono due: Miglior attore straniero dell’anno e Miglior scena anale. Sulla seconda ci soffermiamo un attimo perché Rocco ha vinto assieme a Jane Wilde, uno scricciolino newyorchese (1,52 per 43 chili) che negli ultimi due anni ha interpretato oltre 300 film porno. In veste completamente mora, Wilde ha partecipato ad un titolone che sembra quasi d’avventura: Rocco’s back to America for more adventures.

Rocco e Jane hanno vinto per la miglior scena di sesso anale, specialità performativa in cui Siffredi eccelle con fare ancora autenticamente sperimentale da decenni. Jane Wilde, tra l’altro, in una recente intervista ha confessato di aver pianto in un misto di gioia e commozione dopo la scena di sesso con Siffredi: “Finita la scena Rocco mi ha abbracciato e non ho potuto fare a meno di iniziare a piangere. Mi sono come sentita sopraffatta dalla sensazione euforica di pensare: “Mio dio sono riuscita a fare una cosa del genere”. Siffredi ha comunque spiegato al Corriere che i tempi dell’uomo maturo sul set con le ragazzine sembra finito: “D’altra parte da qualche anno mi guardo allo specchio e mi dico: ma che ci fai tu con le ventenni… Non mi sento più a mio agio davanti al corpo di una ragazza”. E ha aggiunto: “La bella notizia è che sto invecchiando… Io mi sono ritrovato con mille problemi fisici già a vent’ anni, quando in moto ho fatto un brutto incidente, mi sono frantumato tutto, dovevo morire… La macchina mi ha tritato le braccia, ho dovuto mettere delle protesi alle spalle, mi sono operato più volte… Ho avuto tantissimi anni di sofferenza fisica di giorno e di notte… E mia moglie si lamenta”. Di cosa si lamenta Rosa? “Dice sempre: ogni donna vorrebbe avere Siffredi a letto, ma lui dà tutto se stesso sul set e i suoi dolori me li prendo io… È la pura verità. Sul set passava tutto, il porno è stato il mio antidolorifico naturale”.

Insomma dopo i tre addii, e relativi ritorni, sul set, questa volta sembra che la pornostar italiana più celebre al mondo stia come per ritagliarsi uno spazio performativo più legato all’ambito milf (sua discreta passione anche quando era ragazzo ndr). Siffredi, infine, ricorda e sottolinea una mutazione antropologica e culturale post #MeToo anche nel porno su cui gli studiosi del settore dovrebbero riflettere: “La pornografia è sempre di più in mano alle donne. Da due anni la miglior regia (agli AVN Awards ndr) va a una donna, e c’è uno stormo di registe nuove, bravissime. La donna ha più immaginazione e si fa meno problemi dell’uomo nel mischiare le carte in tavola, si eccita di più su cose che per l’uomo sono ancora tabù, ha una sessualità più strong. E se un film è un po’ forte e rischioso, magari con sesso estremo, fatto dalle donne diventa geniale. Cose che, dopo il #metoo, un uomo rischierebbe di finire in galera”.

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