I furbetti del vaccino: “Non mi va di definirli neanche così, perché questa è stata meschinità e arroganza, non furbizia”. Così si sfoga Angelo Aliquò, direttore generale dell’Asp di Ragusa. Aliquò ha appena firmato due sospensioni, una per il responsabile provinciale della vaccinazione e un’altra per la dottoressa che lo aveva spalleggiato. Fermi per 30 giorni mentre tutta la documentazione è stata inviata alla commissione disciplinare perché gestendo la vaccinazione nel Ragusano hanno fatto vaccinare il responsabile stesso, la moglie, la figlia (anche se in questo caso si tratta di una operatrice sanitaria) e il fidanzato della figlia. Così aveva fatto anche la dottoressa, che aveva fatto vaccinare il marito, la nipote e il fratello.

Sono almeno una cinquantina le persone vaccinate che non rientravano nella fase 1, tra questi anche quattro ex sindaci di Scicli (di cui due medici e uno ultraottantenne) e un ex sindaco di Modica: “Più della metà delle segnalazioni che ci sono arrivate alla verifica sono risultate bufale, ma le irregolarità sono innegabili”, ammette Aliquò.

Tutto ha avuto inizio proprio nei primi giorni della vaccinazione, quando nel ragusano vengono diluite 154 dosi. Il flusso di vaccinati in quei giorni è ingente, tanto da non passare inosservato. Così fioccano le segnalazioni di chi si indigna. In prima battuta sembrerebbe si sia trattato solo di un modo per non fare andare perdute le fiale già diluite che altrimenti sarebbero state perse. Ma dopo le indagini interne l’evidenza è innegabile: “Davanti allo sforzo che questa provincia egregiamente ha fatto con oltre 7mila persone vaccinate – sottolinea il direttore dell’Asp – Con lo sforzo che fanno i medici ogni giorno per vaccinare le persone nelle Rsa, tutto viene perso grazie alla meschinità di qualcuno e l’arroganza che le regole valgono solo per gli altri. Questa è stata la provincia più colpita a ottobre, eppure non c’è mai stato un ritardo, un’ambulanza in attesa davanti a un pronto soccorso, ma adesso siamo sotto i riflettori per pochi arroganti”.

Che adesso potrebbero non ricevere la seconda dose. L’assessorato regionale alla salute sta studiando se sia possibile, sotto un profilo legale, escluderli dalla seconda fiala: “Non ne hanno titolo e quindi sarebbe come diventare loro complici”, dice anche il presidente della Regione Nello Musumeci. Intanto i Nas in tutta la Sicilia (come nel resto d’Italia) stanno accertando la regolarità delle vaccinazioni fatte finora. E altre criticità sono emerse. In particolare a Petralia, nel Palermitano, e a Salemi, nel Trapanese, più di 300 vaccini sono stati somministrati ad amministratori comunali e forze di polizia. In questo caso non ci sono parenti, né amici, ma i vaccinati non rientrano nelle categorie di prima fase. Sul versante orientale dell’isola, invece, altre irregolarità sono state registrate dai Nas a Caltagirone. Nel paesino delle ceramiche nel cuore dell’Isola il 20% dei sanitari si è rifiutato di ricevere il vaccino e dal punto di vista penale la responsabilità è tutta da verificare. Ma intanto le indagini dei Carabinieri vanno avanti e da poco sono iniziate quelle nel Messinese, dove a favore di stampa, tra i primi a ricevere il vaccino – con tanto di comunicato per pubblicizzarlo – è stato proprio il rettore dell’università di Messina, Salvatore Cuzzocrea.

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