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Donald Trump non molla Gloria

Anche oggi le note del famoso brano di Tozzi hanno risuonato tra gli amici e parenti che attendevano l'ex presidente e consorte

di F. Q.

La mia ‘Gloria’ è stata usata durante azioni di inaudita violenza verbale e fisica. Mi dissocio e in quanto autore sono pronto a difendere i valori che veicola la canzone”. Così Umberto Tozzi, a commento del fatto che uno dei suoi brani più noti fosse stato usato poco prima dell’irruzione violenta a Capitol Hill.

Donald Trump, che oggi 20 gennaio si prepara a lasciare la Casa Bianca al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, era stato infatti immortalato mentre guardava, insieme al suo staff, la “banda” dei suoi sostenitori scatenarsi sulle note di Gloria. Ora, se l’appello di Tozzi fosse arrivato a destinazione c’è da supporre che il brano sarebbe stato “messo nel cassetto” ma dalle parti di Trump, evidentemente, Gloria piace molto e così anche oggi ha fatto la sua comparsa audio. Alla base di Andrews, dove una piccola folla di amici e parenti stavano aspettando Donald e Melania Trump per la cerimonia di commiato, le note della versione inglese della canzone si sono sentite chiaramente. Contesto ben diverso da quello dell’assalto al Campidoglio, va da sé. Ma in ogni caso contesto politico. E non è la seconda volta che lo staff del presidente lo sceglie, ce ne sono state molte altre. D’altra parte le liriche della versione inglese cantata da Laura Branigan sono state riscritte. Cambia qualcosa? No, perché il manager della cantante, proprio in occasione dell’assalto a Capitol Hill, aveva commentato: “È assolutamente terribile sentire la canzone in un contesto come questo”.

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