La difficile situazione del governo, con la crisi alle porte, e la pandemia che rischia di far tornare gli ospedali in difficoltà nel giro di qualche settimana. L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, si dice “tediato” dalla “litigiosità” della politica che “dovrebbe essere la funzione responsabile di questo Paese”. E invece “continua a farsi i propri affarucci in una situazione in cui l’orchestra suona e il Titanic affonda”. Un’impressione che, a suo avviso, “forse hanno anche gli italiani, e che magari dovrebbe essere ricordata sia dai politici sia da tutto il mondo del commento alla politica”, dice ad Agorà su Rai3.

Il tutto mentre gli esperti temono una nuova recrudescenza del contagio nelle settimane che arriveranno e il governo si prepara a varare il prossimo Dpcm, che entrerà in vigore dal 16 gennaio. L’impianto resterà quello del sistema delle regioni “a colori”, introdotto in autunno: “Mi sentirei di dire che non ha funzionato, visto che quelle peggio messe sono attualmente le Regioni che sono sempre state più o meno gialle”, ha sottolineato il direttore del Dipartimento Malattie Infettive del Sacco specificando come “per come si configura, la situazione ci dà elevate possibilità di essere messi male a breve”.

I dati, ha precisato Galli “indicano che siamo, non dico da capo, ma in una situazione non tranquilla, con la possibilità di trovarci la prossima settimana con ospedali di nuovo in difficoltà”. Tuttavia, quella a cui assistiamo in questi giorni, per Galli “è ancora la seconda ondata, che non è mai finita”. “Mi auguro di non vederne una terza – ha concluso – perché se la vedessi probabilmente potrebbero essere intervenuti ulteriori fattori, magari anche sulle caratteristiche del virus”.

Secondo l’esperto, anche per ‘mettere al sicuro’ la campagna vaccinale servono nuove restrizioni. “Il virus si muove e si diffonde con il movimento delle persone – ricorda Galli – e quello che è successo è quello che continuerà a succedere se non si riuscirà a circoscrivere la problematica del movimento e della circolazione conseguente del virus. Tristissima considerazione che non faccio certo volentieri”, precisa, però “siamo in una situazione in cui, perché il Paese possa riprendere da tutti i punti di vista, tocca contenere” il contagio.

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