Il rientro a scuola degli studenti divide gli italiani. Se le Regioni hanno posticipato la didattica in presenza per le superiori al 18 gennaio e in alcuni casi anche a fine mese, c’è chi invece chiede di continuare con le lezioni a distanza fino a fine pandemia. In prima linea c’è l’Unsic, il sindacato di imprenditori e coltivatori che il mese scorso ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere al governo di mantenere chiusi licei e istituti professionali. La petizione negli ultimi giorni ha superato le 160mila adesioni. “Il tema della scuola riguarda tutti” spiega le ragioni della petizione il presidente Unsic, Domenico Mamone. “Rischiare di tornare ad un blocco totale, questo il mondo dell’impresa non se lo può permettere”.

Tra i sostenitori della didattica a distanza ci sono anche gruppi di genitori. “Dateci la possibilità di scegliere”, è l’appello che arriva da 8mila famiglie di tutta Italia, organizzatesi attraverso i gruppi Facebook tematici. Racconta Stefania Sambataro, amministratrice del gruppo ‘Scuola e Sicurezza: SCELTA libera tra DaD e didattica in presenza’: “Abbiamo delle famiglie in cui uno dei due genitori è malato oncologico, famiglie in cui i nonni sono conviventi. Chiediamo quindi la possibilità di scegliere tra la didattica a distanza e quella in presenza per tutti, alunni e docenti”. Una richiesta che a dicembre le hanno rivolto direttamente al Tar del Lazio, a cui si sono appellate.

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Scuole, gli studenti chiedono di tornare in presenza ma c’è il nodo trasporti: “Impossibile il 50% di capienza”. Pediatri: “Istituti sicuri”

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